Ci siamo lasciati alle spalle la giornata in cui si rinnova l’impegno contro la criminalità organizzata e si ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone. Vorrei rendere omaggio ad un uomo che seppe difendere Falcone dai pregiudizi, dalle meschinità e dalle falsità. Scrivo di Gerardo Chiaromonte dirigente comunista, nei suoi ultimi anni presidente della Commissione antimafia. Ricordo quanto Gerardo scrisse su l’Unità il 17 aprile 1992, mancava un mese all’assassinio di Falcone:



“Non posso tacere di fronte all’argomento che circola in alcuni ambienti, secondo il quale Giovanni Falcone avrebbe tutte le qualità per essere nominato procuratore nazionale antimafia se non ci fosse l’ostacolo di essere ‘amico’ di Martelli. Tale argomento mi sembra… inutilmente offensivo per un uomo come Falcone che fu definito a suo tempo ‘amico’ del Pci da quelli che volevano eliminare il pool di Palermo, che successivamente, quando denunciò per calunnia il ‘pentito’ Pellegriti fu definito amico di Andreotti e di Lima. La mia opinione è che Falcone sia un magistrato che ha dato prova di sé nella lotta contro la mafia anche a rischio della vita, che crede nelle sue idee e lavora per realizzarle. Tali idee sono ovviamente opinabili ma è offensivo scambiare per tentativi di compiacere volta a volta questo o quel potente della politica”.



Nostalgia di dirigenti politici come Gerardo.

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