«Sono cose che capitano». Questa è stata la reazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando ha saputo che il filmato del discorso serale era stato pubblicato senza tagli. Il fuorionda involontario, che ha conquistato gli italiani, non ha fatto scoppiare alcun caso al Quirinale. Lo conferma Giovanni Grasso, direttore dell’ufficio stampa del Colle, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Quel Giovanni a cui Mattarella si è rivolto quando gli è stato consigliato di sistemarsi il ciuffo dicendogli: «Non vado dal barbiere neanche io». Erano momenti di tensione e un clic affrettato ha fatto finire l’allegato sbagliato sul canale YouTube, a tv e giornali. «Appena saputo cos’era successo ho pensato subito a tamponare l’emergenza, chiamando a raffica telegiornali, agenzie e quotidiani, segnalando il filmato giusto e per fortuna nella gran parte dei casi ho fatto in tempo». Il portavoce di Mattarella, giornalista politico e scrittore, però ammette: «Un errore grave». Ma legato all’emergenza coronavirus: «Il personale è ridotto al minimo, eravamo in quattro, di solito siamo in dodici».



GIOVANNI GRASSO E IL FUORIONDA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Giovanni Grasso, diventato anche lui “idolo” dei social inconsapevolmente, ha dovuto comunicare al Capo dello Stato quanto era accaduto. «L’ho cercato all’interfono del Quirinale e gli ho spiegato cos’era successo. Ero mortificato». La reazione del Presidente della Repubblica non deve sorprendere, considerando l’umanità emersa in quello stesso fuorionda: «Non si è scomposto. “Va bene, non importa, sono cose che capitano”, mi ha detto soltanto. Del resto il presidente è un uomo arguto, di spirito». Dal Quirinale è partito subito un tweet ufficiale di scuse, che ha avuto lo stesso successo del fuorionda. Ha avuto un milione di visualizzazioni e tantissimi commenti positivi. «Sarà che ha mostrato il lato umano dell’istituzione in un momento storico in cui c’è grande bisogno di umanità». Da quel fuorionda emerge comunque lo stretto rapporto tra Giovanni Grasso e Sergio Mattarella, del resto il Capo dello Stato è stato testimone di nozze del suo portavoce nel 1993. Ne parla lo stesso Grasso al Corriere della Sera, spiegando anche come è cambiata la vita al Quirinale per il coronavirus. «Il Presidente lavora soprattutto per telefono. Usa benissimo l’iPad, sms e posta elettronica, i discorsi li scrive al computer. Non esce mai dal Quirinale, ha dovuto anche rinunciare, con molto dispiacere, alle visite e al pranzo della domenica con i tre figli, Laura, Bernardo e Francesco, e dei sei nipoti a cui è legatissimo».



GIOVANNI GRASSO, CHI È PORTAVOCE SERGIO MATTARELLA

Giovanni Grasso è il portavoce del Presidente della Repubblica, ma potrebbe anche essere definito l’ombra di Sergio Mattarella. Ha 57 anni, è romano ma di famiglia siciliana. Giornalista politico, ha scritto all’Agenzia italia e all’Avvenire, ma è anche scrittore, documentarista e autore teatrale. La sua cortese discrezione è evidentemente uno degli aspetti in comune col Capo dello Stato. Si conoscono dal 1990, quando Mattarella divenne vicesegretario Dc. Giovanni Grasso frequentava i convegni della sinistra democristiana da cronista parlamentare. Come ricostruito da Repubblica, nacque subito una sintonia tra i due. Ma c’è anche un dato biografico: hanno frequentato lo stesso liceo a Roma, il Leone Magno, e hanno avuto persino alcuni professori comuni. Alla figura di Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, ha dedicato anche un libro e un documentario. Negli anni Novanta fu portavoce del presidente del Senato Nicola Mancino, mentre nel 2011 di Andrea Riccardi, ministro alla Cooperazione nel governo Monti. Non aveva mai lavorato prima con Mattarella, che lo ha voluto al colle nel 2015.

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