Sarà possibile vedere presto in Italia un semipresidenzialismo de facto? È quello che si è augurato il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti quando ha ipotizzato l’arrivo al Quirinale dell’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi. Intervistato da Adnkronos il costituzionalista Giovanni Guzzetta ha espresso il proprio parere sulla forma di governo paventata: “Non altera il disegno costituzionale. Nella prospettiva costituzionalistica mi pare una tempesta in un bicchier d’acqua”.



Guzzetta ha poi aggiunto: “Sostanzialmente Giorgetti propone un patto politico alle forze politiche. Da questo punto di vista non vedo quali siano i profili di preoccupazione, dove è la notizia? Da una parte, con la proposta lanciata dal Ministro si conferma una ovvietà e dall’altra si propone una strategia politica. Ovvio è infatti che nel nostro ordinamento di fronte allo stallo istituzionale e alla crisi del sistema politico il presidente della Repubblica debba farsi carico di un surplus di ruolo e di attribuzioni che possono incidere sull’indirizzo politico, come previsto dalla forma di governo parlamentare. E’ successo decine di volte nella storia repubblicana”.



Guzzetta: “Semipresidenzialismo all’ordine del giorno in Italia”

Nel corso dell’intervista rilasciata ad Adnkronos Guzzetta, costituzionalista e ordinario di Diritto pubblico all’Università di Roma Tor Vergata, ha sottolineato: “Il semipresidenzialismo di fatto nelle situazioni di crisi è all’ordine del giorno in Italia. Lo stesso esecutivo in carica è nato da una iniziativa legittima di Mattarella in un momento di stallo istituzionale. La vera notizia, e sarebbe una bella notizia, è se Draghi svolgesse un ruolo maieutico per una riforma costituzionale. L’idea di Giorgetti ha il respiro di una strategia politica, ma non risolve i problemi strutturali. Forse Draghi al Quirinale potrebbe favorire questo processo e stabilizzare il sistema oltre la stessa esperienza Draghi. Ma la politica dovrebbe battere un colpo”.



Secondo il costituzionalista, guardando avanti “sarebbe altrettanto legittimo all’interno di questo accordo politico programmare una riforma costituzionale, che vada nella direzione di un semipresidenzialismo non più di fatto, che è un concetto volutamente ambiguo, ma di diritto. Del resto – osserva Guzzetta – Giorgetti aveva parlato di Draghi come di un De Gaulle italiano. E De Gaulle fu colui che traghettò la Francia verso un modello semipresidenziale”.