Giovanni Lindo Ferretti tra scrittura e preghiera. Il musicista, cantante e scrittore, simbolo del punk italiano degli anni Settanta e Ottanta, fondatore dei CCCP, i CSI e i PGR, arriva in libreria con “Ora. Confida, conserva a prega”, il suo ultimo libro, nel quale parla proprio di preghiera, come si evince dal titolo. Su La Stampa, l’autore ha concesso la pubblicazione di un estratto dell’opera. Andiamo a leggerlo.



“Un pensiero si fa strada, è da un po’ che lo penso: un libro, un piccolo libro. Un atto terapeutico che rifocalizzi il presente contro il languore da malinconia nel vuoto dei cavalli, cani, la corte transumante e il paese del fervore di giorni comunitari stolto, pensavo fossero vagiti i respiri affannati di questo pugno d’anni a rammendare trame tra montagne erano rantoli, sono cessati urge un impegno quotidiano ad ordinare mente e corpo da poter dire se e quanto è stata buona la giornata prima di abbandonarmi, la sera, al sonno. Voglio scriverlo, nessuna pretesa editoriale, tiratura più che limitata: cento copie, metà per persone a cui voglio bene, l’altra metà troverà nel tempo il proprio recapito. Una dimensione artigianale, fuori commercio, un dono”: inizia così il libro di Ferretti.



Giovanni Lindo Ferretti: “Il mio libro di preghiere”

L’intenzione di Giovanni Lindo Ferretti viene chiarita fin da subito: “Sarà un libro di preghiere. Conterrà le mie preghiere quotidiane, accadimenti e pensieri sedimentari attorno la preghiera nelle diverse età del mio vivere. La maggiore parte delle persone che frequento, la quasi totalità di quelle a cui voglio bene non pregano, non ne conoscono necessità, non possono beneficiarne. I bambini crescono senza impararle e dovrebbe essere la casa, in famiglia, il luogo privilegiato dell’apprendere”.

Lo scrittore continua: “Credo il pregare un ragionevole atto, intimo e sociale. Di valenza cosmica. Credo la preghiera fortezza pura, vivificante e il tempo del pregare un tempo eterno. (…) Da tempo mi promettevo di ascoltare tutti i dischi incisi in quarant’anni. Non ascolto i miei dischi, non l’ho mai fatto fino ad ora. Ho appena cominciato. Molte sorprese. Agitazione. Incantamenti. La dimensione religiosa è ovunque, ai di là delle canzoni dichiaratamente Preghiera Madre su tutte ma non solo, una variegata sequela di inondai religiosa naturale cosmica, strafottente in un tempo che si vuole ateo scientifico. La mia preghiera è fiorita su un substrato pagano redento e salvato che mi appartiene”.



Giovanni Lindo Ferretti: “Sto invecchiando ma…”

Giovanni Lindo Ferretti si guarda poi dentro: “Sto invecchiando, il corpo non mente, obbliga riguardi e cure, lo spirito ancora strappa velleitario, preda di entusiasmi poi insostenibili. Tendo al selvatico, solitario, all’ombra di una casa venerabile dimora, in sintonia col variare delle stagioni, sensibile alla presenza animale, le cose visibili ed invisibili, attento all’accadere: un sempre più rapido mutare. Non ho più alcun interesse per il racconto che il mondo fa di sé, tra vacuità e tornaconti da poco”.

Il rapporto con la preghiera è per il musicista e scrittore particolarmente intimo: “Nella mia vita, prima del perché si prega, c’è stato il come si prega, l’ho imparato secondo un canone, appartengo ad una tradizione religiosa. Ne ringrazio Dio. Da adulti si può scegliere, da bimbi si è scelti. Meglio averne coscienza, una coscienza non giudicante che il giudizio non è di chi prega, va rimosso a Colui che è pregato”.