Nel corso di un concerto del cantante Giovanni Lindo Ferretti, andato in scena a Bologna mercoledì 9 giugno 2021, ha avuto luogo una contestazione effettuata da un gruppo di attivisti armati di megafono, striscione e di un arsenale di frasi teso a condannare la gestione politica del fenomeno dell’immigrazione in Italia da parte del Governo. Ovviamente, il fatto che questa protesta sia stata effettuata nel corso di un evento alla presenza di pubblico interessato all’esibizione dell’artista ha fatto sì che dalla folla si levasse la richiesta ai contestatori di smettere, al fine di non boicottare l’evento.
Tuttavia, come si evince dai filmati presenti in rete, la protesta non si placa, anzi, si arricchisce di motivazioni e di contenuti, ribadendo come in quel preciso istante, mentre quelle persone si stanno divertendo e stanno cantando a squarciagola, altre invece siano in condizioni di profonda difficoltà e stiano morendo affogate in un tratto di mare a loro vietato, rivendicando inoltre come vi siano “compagne e compagni” che, soltanto per avere provato a ingaggiare una lotta contro “questo mondo infame”, ora stanno “marcendo in galera”.
PROTESTA AL CONCERTO DI GIOVANNI LINDO FERRETTI: “C*ZZO, IO ERO COSÌ!”
Al concerto di Giovanni Lindo Ferretti a Bologna è stato esibito anche uno striscione da parte dei contestatori, che parlava di una Repubblica “fondata sulle stragi”. Successivamente, al megafono un ragazzo ha chiesto scusa per il fastidio arrecato agli spettatori, chiedendo loro di provare ad attualizzare i concetti da loro espressi per dare seguito a libertà, solidarietà e conflitto in un mondo che mette davanti le merci agli esseri umani. Tuttavia, la folla ha coperto la voce dell’attivista, iniziando a battere le mani e agevolando la ripresa del concerto. Giovanni Lindo Ferretti, dal canto suo, però, prima di chiudere la serata prende la parola e dice: “Mi si è fermato un attimo il cuore quando ho visto lo striscione… Ho detto: c*zzo, io ero così!”. L’artista ha concluso dicendo di non essere all’altezza di esprimere giudizi, ma di essere felice fino a quando le persone sono vive.