Né la riforma presidenziale di Meloni, né quella sull’Autonomia di Calderoli: per Giovanni Maria Flick l’unica riforma urgente sarebbe una nuova legge elettorale, tornando all’antico, cioè al Matterallum. Intervistato da La Stampa, il costituzionalista non ha nascosto il suo pessimismo: “Eliminare il bicameralismo potrebbe andare oltre le buone intenzioni della urgente necessità di una riforma per produrre effetti non prevedibili a causa del metodo con cui verrebbe eventualmente attuata”.
“Idee molto valide, come quella di una riforma monocamerale del nostro Parlamento, rischiano di creare problemi se portate avanti con un metodo che favorisce l’eterogenesi dei fini, come stiamo sperimentando ad esempio nella vicenda degli extraprofitti delle banche in tema di legge ordinaria”, ha aggiunto Flick, soffermandosi sull’importanza di una legge elettorale per colmare il fosso scavato dalle liste bloccate.
Il parere di Flick
Cambiando il bicameralismo, cambierebbe tutto il sistema secondo Flick, che ha posto l’accento sulla distinzione tra la sostanziale tenuta del sistema istituzionale e il “voto negativo” dei cittadini all’andamento politico del processo legislativo: “E questo si traduce nel problema: siamo sicuri che basti una riforma costituzionale mirata e su alcuni punti, quando resta aperto il vulnus della disciplina elettorale?”. Poi Flick si è soffermato sul premierato voluto da Giorgia Meloni: “Questa riforma del premierato piomba in un momento in cui stiamo esaltando la figura di equilibrio del presidente della Repubblica, che ha saputo spogliarsi della sua provenienza politica per assumere un ruolo di super-arbitro: l’idea di contrapporgli un premier rinforzato perché eletto dal popolo, produrrebbe un capo dello Stato indebolito e una corrente di ostilità reciproca. Finché non sappiamo cosa può provocare la sostituzione di un capo dello Stato di garanzia con uno operativo, questa riforma non può essere proposta”.