CHI È GIOVANNI MINOLI E LA VITA PRIVATA

In vista del ritorno su Rai 3 del programma “La Storia siamo noi“, Giovanni Minoli presenta la nuova stagione a Domenica In e racconta come è cambiato il modo di spiegare i temi storici in televisione. Di innovazioni, del resto, se ne intende, perché nel corso della sua carriera non solo si è reinventato, ma ha anche lanciato delle novità. Basti pensare che quando era direttore di Rai 3 realizzò il primo progetto di fiction con Un posto al sole. “Non lo voleva nessuno, ma ha salvato il centro produzione Rai di Napoli“, raccontò nei mesi scorsi. Inoltre, ha condotto Mixer, uno dei programmi più famosi per quanto riguarda la tv di Stato.



Per quanto riguarda la sua vita privata, è legato a una collega, Matilde Bernabei: anche lei è giornalista, produttrice tv e dirigente d’azienda. Non sono mancate, però, le difficoltà, come nel 2019, quando ebbe gravi problemi di salute: Minoli fu, infatti, colto improvvisamente da un malore per il quale, come raccontato al Corriere, fu operato per nove ore a cuore aperto. Gli fu impiantato un bypass e così riuscì a superare il problema, anche se, come ammise nell’intervista, comunque non provò alcuna paura della morte.



GIOVANNI MINOLI, DALLA MORTE ALLA FEDE: “BENEDETTO XVI UN VERO SANTO”

Alla morte, però, Giovanni Minoli ci pensa spesso. Ad esempio, nell’aprile scorso raccontò ad Antonio Polito di essere propenso più all’inumazione che all’incinerazione. A tal proposito, spiegò al collega del Corriere che stava cercando un piccolo pezzo di terra in un’isola dove ha una casa vacanze per farsi seppellire lì. Il suo auspicio è che i suoi nipoti, attirati dalla villeggiatura almeno una volta l’anno, andranno a trovarlo anche quando non ci sarà più. Dunque, Minoli ha pensato anche al suo funerale, che prevede rituale e cattolico, visto che è un credente convinto.



A tal proposito, ha studiato dai gesuiti, ma non è del tutto convinto dell’elezione di Papa Francesco, primo papa gesuita: “La sua è la teologia del pueblo, populismo ecclesiale potremmo dire“. Il problema per Minoli è che i gesuiti, essendo “l’ufficio studi dell’umanità“, non possono fare i “capo azienda“, perché sono “due mestieri diversi“. Invece, chi ritiene santo vero è Benedetto XVI: “Io penso che il discorso di Ratisbona tra un secolo ci indicherà la via per far la pace con l’Islam“.