Due spari, 3 litri di sangue persi e una “mano” che permette il miracolo: San Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981 ha visto la morte in faccia nell’attentato di Piazza San Pietro, per mano del terrorista turco dei “Lupi Grigi” Ali Agca. Eppure non solo Papa Wojtyla ne è uscito vivo ma ha potuto testimoniare una volta di più la forza della fede in Cristo sulle tenebre del male: «Una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola», ha poi spiegato mesi dopo San Giovanni Paolo II tornando a Fatima in Portogallo rendendo grazie alla Madonna di Fatima, il cui giorno della prima apparizione ai pastorelli nel 1917 accadde proprio il 13 maggio. Alì Agca poté sparare da brevissima distanza alle ore 17.22: i suoi colpi raggiunsero l’addome del Papa, perforando varie volte il colon e l’intestino tenue, oltre che lesionandogli l’indice della mano destra.



Perse più di 3 litri di sangue prima di arrivare al Policlinico Gemelli di Roma dove si tentò l’impossibile, salvare la vita al Pontefice: e invece, dopo 5 ore e 30 minuti di intervento, il Santo Padre polacco riuscì a sopravvivere e ripetersi in forze nel giro di qualche settimana. Complicazioni, virus successivo e convalescenza riconsegnarono al mondo e alla Chiesa il loro testimone della Croce il 30 settembre di quello stesso anno: l’attentato al Papa non ebbe seguito fatale, “Qualcuno” dall’alto guidò quel suo straordinario testimone verso la liberazione piena della Guerra Fredda arrivando a parlare a tutto il mondo e guidando la Santa Chiesa di Cristo nel nuovo Millennio.



IL TERZO SEGRETO DI FATIMA E L’ATTENTATO

Solo qualche settimana dopo, il 18 luglio, Papa Wojtyla chiese di poter accedere al Terzo segreto di Fatima per capire cosa davvero si celava dietro quei fatti quasi inspiegabili avvenuti in Piazza San Pietro proprio nel giorno in cui si celebra la Madonna di Fatima: in quella “visione” San Giovanni Paolo II aveva riconosciuto il proprio destino, convincendosi che la vita gli era stata davvero salvata non “a caso”. Gli era stata nuovamente donata grazie all’intervento della Madonna, alla materna protezione della Regina della Pace: la Chiesa Cattolica, su spinta dello stesso Karol Wojtyla, pubblicò il testo del Terzo segreto di Fatima in cui si legge testuale «E vedemmo (“qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti”), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (“abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio». Il “mistero” su Fatima e l’attentato al Papa rimase comunque, anche perché nella visione dei tre pastorelli di Portogallo il presunto attentato sarebbe stato portato a termine: ma se invece fosse proprio questo il “messaggio” dato dalla Madonna, ovvero che la storia umana non per forza è già “prestabilita”?



“LA MADONNA MI HA SALVATO”

Come a dire, può esistere una Provvidenza in grado di entrare nella storia tanto da cambiarla e modificarla per sempre, riuscendo a far sbagliare da neanche 3 metri un killer professionista come Ali Agca in quel pomeriggio romano di 40 anni fa. Una Provvidenza nella forma di una “mano materna” come quella che Papa Giovanni Paolo II riconobbe subito durante la convalescenza: nel libro Memoria e identità, il Papa Santo scrisse «Potrei dimenticare che l’evento in Piazza San Pietro ha avuto luogo nel giorno e nel momento in cui la prima apparizione della madre di Cristo per i pastori è stato ricordato per 60 anni a Fatima, Portogallo? Ma in tutto quello che mi è successo quello stesso giorno, ho sentito che la straordinaria protezione materna e attenta si rivelò essere più forte del proiettile mortale». Da quel momento proprio quel proiettile venne incastonato nella corona della Statua della Madonna di Fatima, a memoria della “fallibilità” umana al cospetto della forza miracolosa di Dio. «Potrei dimenticare che l’evento (tentato omicidio di Ali Agca) in Piazza San Pietro ha avuto luogo nel giorno e nel momento in cui la prima apparizione della madre di Cristo per i pastori è stato ricordato per 60 anni a Fatima, Portogallo? Ma in tutto quello che mi è successo quello stesso giorno, ho sentito che la straordinaria protezione materna e attenta si rivelò essere più forte del proiettile mortale», lo raccontò lo stesso Papa Giovanni Paolo II dopo diversi mesi in cui ponderò a fondo quanto avvenne quel pomeriggio assurdo del 13 maggio. Il Papa “salvato” dalla Madonna per poter continuare a testimoniare la vittoria di Cristo sul male, sulle persecuzioni e sulle ideologie del Novecento.