Giovanni Previdi, chi è il marito di Silvia Avallone: il primo incontro e il matrimonio

Rinomata scrittrice e poetessa italiana, Silvia Avallone in carriera ha collezionato prestigiosi successi, dal romanzo d’esordio Acciaio alla sua ultima fatica letteraria Cuore nero di quest’anno. Una passione per la scrittura e la letteratura che condivide con il marito Giovanni Previdi, con il quale è sposata dal 2010 e dal quale sono nate anche due figlie, Nilde e Ingrid, rispettivamente nel 2015 e nel 2023. Ma come si è conosciuta la coppia?



Con mio marito Giovanni le cose sono state semplici da subito, e lì capisci che vanno come devono andare, non c’è modo di forzarle“, aveva raccontato la scrittrice come riportò il Corriere della Sera nel 2014. “Lui è il primo libraio al quale avevo chiesto Acciaio, uscito da appena quattro giorni, alla Coop Ambasciatori di Bologna. Era di domenica, Giovanni non sarebbe dovuto essere di turno, né trovarsi in quel piano, lui lavora alla saggistica. Gli domandai dove avrei potuto trovare il romanzo, senza dirgli che ero l’autrice. Ma ero molto emozionata e se ne accorse: ‘Chi l’ha scritto, tua sorella?’“.



Silvia Avallone e Giovanni Previdi, la nascita delle figlie Nilde e Ingrid

Silvia Avallone e il marito Giovanni Previdi si sono sposati nel 2010, 9 mesi dopo il primo incontro, “una festa con gli amici più stretti in agriturismo, tutto organizzato velocemente tra il Premio Strega e il Campiello: il viaggio di nozze l’abbiamo fatto l’anno dopo in Sardegna“. La scrittrice ha anche coronato il sogno di diventare madre, dando alla luce le figlie Nilde e Ingrid.

In un’intervista rilasciata a IoDonna nel 2016, poco dopo la nascita della primogenita, raccontò com’è cambiata la sua vita e la sua attività letteraria dopo il lieto evento: “Adesso scrivo o leggo negli orari più impensati, mi è capitato di farlo alle quattro del mattino. Cerco di ritagliarmi lo spazio la mattina presto, prima che lei si svegli. Ma non posso tanto programmare, governa l’anarchia. Per me abituata a un rigore sovietico è stato un bel cambiamento”.