Giovanni Rezza, epidemiologo e Direttore generale della prevenzione al Ministero della Salute, ha accolto favorevolmente la raccomandazione di effettuare tamponi sui viaggiatori in arrivo dalla Cina prima che possano entrare in Europa. “È una cosa molto positiva” ha spiegato, interpellato da Il Giornale, aggiungendo che “è il massimo che si possa ottenere a livello diplomatico”. I dati odierni segnalano che “su 842 passeggeri testati a Malpensa e Fiumicino sono stati identificati 199 positivi, quasi uno su quattro. E con i tamponi in partenza si ridurranno i numeri dei positivi”.



Giovanni Rezza ha anche commentato in merito allo scetticismo delle compagnie aeree sul ritorno delle mascherine: “è una misura di buon senso che serve a non contrarre l’infezione in viaggio: se si imbarcano passeggeri positivi il rischio di diffusione aumenta”. L’epidemiologo non si mostra impressionato dalle minacce di ritorsioni che sono state lanciate dalla Cina, ricordando che “loro stessi avevano fatto restrizioni pesanti in passato. Ma le ultime misure sono prese a tutela dei viaggiatori”. Come governo infatti afferma che “non vogliamo disincentivare la mobilità, ma solo controllare per diminuire il carico di infezioni in arrivo”.



Giovanni Rezza, “situazione immunità Covid diversa in Cina e in Italia”

L’epidemiologo Giovanni Rezza è stato sentito da Il Giornale sulla questione dei tamponi per i cittadini in partenza dalla Cina e sulla situazione del Covid a livello globale. Per il momento, Rezza conferma che “abbiamo trovato solo sottolignaggi Omicron, nessuno nuovo che non circoli già da noi”. Ma allo stesso tempo l’epidemiologo sottolinea che in Cina “la situazione immunologica di base è molto diversa dalla nostra. I cinesi erano stati efficienti nel bloccare la circolazione del virus con misure repressive. Ma di ritorno gli è arrivato Omicron che contagia moltissimo. E la popolazione è ampiamente suscettibile, non ha immunità naturale”.



Una situazione che in Italia e in Europa si presenta in modo diverso, perché qui “le stesse varianti non hanno la stessa velocità di circolazione” e ormai si è diffusa una “immunità ibrida provocata dal vaccino e dall’infezione naturale. La popolazione ha molte più difese: le stesse varianti che possono fare grandi danni in Cina, da noi sono assorbite senza grandi contraccolpi”. Sul futuro della pandemia da Covid, Giovanni Rezza sostiene che “con una buona dose di ottimismo, per la fine dell’anno sarà tutto finito. Io un anno fa ho parlato di fine sociale della pandemia, ma questo non vuol dire che sia la fine biologica del virus”.