Giovanni Storti, il mitico Giovanni del trio “Aldo Giovanni e Giacomo”, è stato intervistato dai microfoni del quotidiano La Stampa, alla luce del suo ultime film nelle sale cinematografiche “Tutti a bordo”, in cui insegue il suo nipote. Si parla del tempo, della vecchiaia e dei nonni, e a riguardo l’attore confessa: “Non mi sembra di fare troppo il giovane, ma ho sempre fatto sport, corro, mi tengo in forma, riesco a fare più o meno quello che facevo in passato. Il mio metro di giudizio è stare bene, non solo in salute, anche rispetto agli amici, alle cose che scelgo di fare. Finché ci riesco va bene così”. Nel film gli imprevisti hanno conseguenze positive, uno scenario su cui Giovanni Storti concorda: “Sono il sale della vita, ti fanno ragionare, inventare, cambiare, e poi dalla cooperazione con gli altri vengono sempre fuori cose interessanti, Io, Aldo e Giacomo ne siamo la prova”.



Si parla quindi del ruolo dei genitori e Giovanni Storti ammette: “I genitori dei film sono opportunisti clamorosi, io non penso di essere stato un padre così, non ho viziato i miei figli più di tanto, anche se sono stato molto in giro e po’ di tempo gliel’ho levato”. Sulle esperienze lontano dal trio di questa fase: “Ho ricevuto delle proposte e sono stato contento di poter collaborare con altre persone, non su testi scritti da me, di cui sai già che funzioneranno, ma confrontandomi con cose completamente diverse, vivendo opportunità che a una certa età è giusto sfruttare”.



GIOVANNI STORTI: “MI SENTO UN GUITTO DRAMMATICO”

Il giornalista de La Stampa chiede quindi se Giovanni Storti si sente meglio a far ridere o a far piangere: “Mi piacerebbe – replica l’artista – poter usare più spesso proprio quella corda, mi sento un guitto drammatico, nella vita reale avverto molto il pessimismo, ma so anche guardare il lato comico della tragedia”. Sui risultati elettorali: “Il Trio? Ci eravamo consultati prima del voto, chiedendoci ‘Tu che cosa voterai’, sentendoci tutti e tre molto in difficoltà”. In ogni caso Giovanni Storti fa capire di aver votato un politico non appartenente al centrodestra: “Ho l’impressione che la democrazia si stia un po’ deteriorando”. Sulla pandemia: “Il primo lockdown l’ho vissuto bene, ero in campagna, ci ero rimasto, non ho avvertito il peso ti tutti i vincoli imposti a chi era in città. Poi naturalmente è diventato tutto molto più duro”.



E la campagna è ciò che consola Giovanni Storti nei momenti neri: “Piantare gli alberi, guardarli crescere, e poi vedere le mie figlie che fanno quello che desiderano senza eccessi, senza prevaricazioni. una fa circo contemporaneo, è cordista, l’altra lavora nell’organizzazione, dove serve sempre un po’ di fantasia”. Sul trio: “Siamo molto affiatati, ci capiamo al volo, ci divertiamo tanto, qualsiasi cosa facciamo, perderci sarebbe un peccato. Anche se ognuno di noi fa anche cose diverse, a un certo punto sentiamo sempre il bisogno di ritrovare quella chimica che abbiamo solo quando siamo assieme”. Chiusura di Giovanni Storti dedicata ai nipoti: “Ho due figlie di 31 e 35 anni, nessun nipote, mi piacerebbe averne”.