Giovanni Storti, durante la pandemia, si è avvicinato a temi come l’ambientalismo e la tutela della natura. Più volte ha ribadito il suo impegno per l’ambiente, in rispetto del nostro pianeta, che non solo pratica nel suo piccolo ma divulga anche attraverso i social. In un’intervista al Corriere della Sera, racconta: “Non sono diventato un profeta. Ma vedo indifferenza verso la natura. Sia nei più anziani sia nei giovani”. L’attore è diventato testimonial di un progetto, «La casa dei polpi». L’obiettivo dell’iniziativa è il ripopolamento dei mari, in particolare a tutela dei polpi: “Sta scomparendo, colpa dei moderni modi di pesca e dell’ingordigia umana”.
Alla causa dei polpi l’attore si è appassionato dopo aver conosciuto un pescatore ambientalista: “Si chiama Paolo. Lotta contro un tipo di pesca che li sta facendo sparire. I polpi vengono intrappolati in migliaia di contenitori di plastica” spiega. “L’obiettivo dell’associazione è far adottare un polpo buttando in mare 2.000 anfore”. Il comico ha raccontato che non mangia più polpi e neanche pesce spada e tonno. “Mangio carne, ma solo quella di allevamenti sani” spiega. Secondo Storti “solo un disastro ci può spingere a riconsiderare la natura. Per molti il verde è solo uno sfondo cromatico”.
Giovanni Storti: “I ragazzi devono svegliarsi”
Per Giovanni Storti, l’idea di “giovani da salotto” di papa Francesco è lo specchio della realtà. “Non sono credente ma il Papa ha raccontato perfettamente quello che sta succedendo. I ragazzi devono svegliarsi. Il problema è che anche quando lo fanno il sistema li mette a posto” sottolinea al Corriere della Sera. Agli attivisti, invece, dà ragione: “Si può discutere sulle forme ma il dissenso deve essere ascoltato. Senza dissenso non c’è cambiamento. Il consumismo e il capitalismo hanno fatto saltare questo mondo”.
Ci sarebbero, secondo l’attore, degli atteggiamenti da evitare e altri da perseguire: “L’auto in città va limitata, la doccia tutti i giorni è un vizio, come mangiare alimenti fuori stagione o avere 100 magliette e cambiarle di continuo. Le vendite online sono un disastro”. Secondo Giovanni Storti, però, “non c’è bisogno di rinunciare al benessere, solo contenerlo”. Lui stesso dice di non essere “un santo. In Monferrato ci vado in auto pure io perché a Vignale non c’è la ferrovia. E a casa accendo i riscaldamenti“.