Prosegue a gonfie vele l’amore tra Giovanni Terzi e Simona Ventura nonostante la lotta contro la malattia dello scrittore. Il compagno e futuro marito di Super Simo l’ha conquistata dopo una cena a casa di amici parlandole del suo libro. Una telefonata che ha cambiato per sempre il corso delle loro vite, visto che da quel momento non si sono più lasciati, anzi presto i due convoleranno a nozze. Proprio il giornalista e scrittore parlando della compagna Simona ha detto: “amare è uno stato di grazia. Per me, amare lei è uno stato di grazia. Lei mi ha salvato”. Parole di grande amore e stima quelle condivise dal compagno di Simona Ventura, Giovanni Terzi, verso la futura moglie. I due si sposeranno il prossimo 6 luglio a Rimini presso il Grand Hotel con una cerimonia organizzata nei minimi dettaglio da Enzo Miccio.



Un amore importante che ha cambiato la vita di Simona Ventura. “Lui è l’amore della mia vita” – ha detto proprio la conduttrice che ha poi anticipato qualche dettaglio sul giorno del suo matrimonio – “stiamo preparando tutto. Celebreremo le nozze a Rimini, la nostra città del cuore, il Grand Hotel di Rimini è il nostro luogo del cuore. Faremo una festa pre-wedding, abbiamo già fatto una lista di ospiti, siamo sui mille”.



Giovanni Terzi e la malattia: come sta? É irreversibile ma le cure sperimentali…

Simona Ventura e il suo compagno sono pronti a sposarsi e a pronunciare le fatidiche promesse d’amore. Una grande gioia per Giovanni Terzi che è affetto da una rara malattia: la dermatomiosite, una patologia che può causare infiammazioni muscolari, ma anche lesioni sulle cute. Proprio Terzi dalle pagine del settimanale Nuovo ha raccontato come ha scoperto di soffrirne: “dopo una lunga serie di visite è arrivata la diagnosi. Ho pianto molto, ero disperato”.

Giovanni Terzi è poi entrato nei dettagli della sua malattia rivelando: “il 45 per cento dei miei polmoni era ormai compromesso. Al 60 avrei dovuto fare un trapianto, con tutti i rischi che comporta”. All’inizio non è stato semplice, ma poi Giovanni si è fatto forza per affrontare la malattia e vincere la sua battaglia: “i farmaci che prendo io non erano stati ancora testati. Mia madre è morta dopo quattro anni. E’ una malattia irreversibile”.