TOTI: “SONO TRANQUILLISSIMO”. LE ACCUSE, LE REAZIONI E LA STRANA TEMPISTICA SUI DOMICILIARI
«Siamo tranquillissimi»: così il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti rientrando nella sua casa a Genova dopo la convocazione in Procura al termine di una giornata cominciata con la notifica degli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Secondo le prime informazioni, il Governatore Toti potrebbe far rientro nella casa ad Ameglia (La Spezia) per scontare lì i primi giorni ai domiciliari. Tra le tante reazioni politiche sul “terremoto” che ha sconvolto la Regione Liguria, gli schieramenti sono chiari: Centrodestra e Renzi pienamente garantisti, Pd-M5s-sinistra (e anche Azione) chiedono invece le dimissioni dell’intera giunta ligure.
Degno di nota il commento del Ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo la notizia degli arresti di Toti e di altri imprenditori legati a presunti illeciti corruttivi tra Genova e La Spezia: «non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro». Il tema è infatti non da poco in quanto l’inchiesta della Procura di Genova nasce nel 2020, i presunti illeciti con somme di denaro per finanziamenti elettorali (in cambio di presunti favori) sono degli scorsi anni: resta dunque da capire perché le misure cautelari a maggio 2024 quando la richiesta di arresto era del dicembre 2023 e i fatti contestati sono riferibili a 4 anni fa. La norma prevede l’arresto preventivo in caso di rischio fuga o inquinamento delle prove, ma entrambe le modalità sembrano lontane dalla vicenda che ha portato oggi all’arresto di Toti. Come spiega ancora il Guardasigilli Nordio, «Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni ma se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine».
TERREMOTO REGIONE LIGURIA: AI DOMICILIARI IL PRESIDENTE GIOVANNI TOTI
Il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato questa mattina e posto ai domiciliari con l’accusa di corruzione, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova, della Dda e della Guardia di Finanza. La notizia rimbalzata come un autentico terremoto politico e giudiziario è giunta stamane all’ANSA con direttamente i dettagli dell’ordinanza che vede coinvolti oltre al due volte Governatore ligure anche una lunga serie di imprenditori nell’ambito del Porto di Genova.
Favori per aziende, mazzette e possibile coinvolgimento nelle Elezioni Regionali del 2020: questo il vasto ambito in cui si muove l’indagine di Genova e che vede ora arrestato uno dei leader del Centrodestra nazionale, nonché leader con Maurizio Lupi e Luigi Brugnaro della lista Noi Moderati. Oltre a Toti, vengono coinvolti dalle gravi accuse di corruzione anche altri 9 soggetti raggiunti tutti da misure cautelari: tra questi anche il capo di gabinetto del Governatore ligure, Matteo Cozzani, accusato di corruzione elettorale aggravata dall’aver favorito “Cosa Nostra”. Secondo quanto riporta Tg Com24, Cozzani addirittura avrebbe agevolato il clan Cammarata del mandamento di Riesi, con particolare proiezione nella città di Genova: si tratta ovviamente dell’impianto accusatorio, resta da capire per lui come per tutti gli altri indagati quali saranno le posizioni ufficiali nonché occorrerà attendere il sacrosanto diritto di replica.
CORRUZIONE LIGURIA, LE ACCUSE A TOTI E AGLI IMPRENDITORI NELL’INCHIESTA DELLA DDA DI GENOVA
Come riporta “La Repubblica”, l’indagine della Procura di Genova inizia nel 2020 con le indagini di Bankitalia alla Fondazione Change, facente capo al Governatore all’epoca appena rieletto Giovanni Toti: gli accertamenti su alcuni finanziamenti hanno poi messo in moto ulteriori indagini della GdF e della Dda, giunti di fatto fino ad oggi con un’inchiesta durata appunto 4 anni.
Oltre agli arresti domiciliari per Giovanni Toti, l’inchiesta in Liguria coinvolge diverse aziende e imprenditori legati appunto agli affari del porto di Genova, e non solo: ai domiciliari è finito anche l’ex Presidente del Livorno Calcio, l’imprenditore genovese Aldo Spinelli e per anni tra i responsabili del porto genovese. Secondo l’ordinanza di arresto, Spinelli – così come il figlio Roberto – è accusato di corruzione ai danni nei confronti di Paolo Emilio Signorini (già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale) e del Presidente Toti. Come riporta la Procura, al Governatore ligure si contesta di avere accettato dagli Spinelli le promesse di diversi finanziamenti: nello specifico, avrebbe ricevuto 74.100 euro «a fronte dell’impegno di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”». Non solo, la Procura spiega che avrebbero anche agevolato l’iter di una pratica edilizia «relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali, di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l.)».
Indagato e in carcere finisce anche lo stesso Signorini, oggi amministratore delegato di Iren, in quanto secondo le accuse avrebbero corrotto il Presidente della Regione Liguria per ottenere vari favori, come la concessione a Spinelli nelle aree del Terminal Rinfuse. Nella vasta inchiesta di Genova, risulta indagato assieme a Toti, Spinelli e Signorini anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga Spa: anche qui l’accusa è corruzione, la stessa che coinvolge Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico e figlio dell’ex Presidente del Livorno, e Mauro Vianello, imprenditore nell’ambito del Porto di Genova (lui accusato di corruzione nei confronti di Signorini). Il terremoto politico e imprenditoriale in Regione Liguria risulta dunque appena all’inizio e occorrerà a questo punto attendere le dichiarazioni e il diritto di difesa dei vari indagati e arrestati, su tutti il Governatore Toti che il prossimo anno sarebbe dovuto decadere giocoforza per la scadenza del mandato da Presidente (e senza la possibilità di potersi ricandidare vista l’impossibilità del terzo mandato).