Mea culpa di Giovanni Toti

. Il governatore della Liguria e fondatore di Coraggio Italia con Luigi Brugnaro ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Repubblica ed ha analizzato le ragioni del ko del Centrodestra alle elezioni comunali. La coalizione, a suo avviso, «non ha saputo interpretare il momento, lo spirito di ripartenza del Paese» a differenza del centrosinistra.



Nel corso del suo intervento, Giovanni Toti ha sottolineato la mancanza di «una cultura di governo nel sostenere un esecutivo di unità nazionale, presieduto da una figura straordinaria come Draghi, che ha saputo dare fiducia a famiglie e imprese». La coalizione ha commesso parecchi errori, l’ammissione del politico: «Credo che chi come il centrosinistra ha meglio interpretato questo nuovo clima, sia dal punto di vista del messaggi politico, sia della classe dirigente e dei candidati, alla fine abbia prevalso».



GIOVANNI TOTI: “SERVE CULTURA MATURA DI GOVERNO”

Soffermandosi sull’astensionismo, Giovanni Toti ha rimarcato che la maggioranza sono potenziali elettori del Centrodestra che non hanno compreso le divisioni all’interno della coalizione, ma anche la spigolosità nei confronti delle misure dell’esecutivo. Una riflessione anche sulle proteste di piazza “inseguite” da Lega e Fratelli d’Italia: «Detto che la protesta è legittima quando non sconfina nella violenza, però le motivazioni sono spesso molto fragili e inseguirla e farne una bandiera politica ci allontana dalla maggioranza silenziosa che per antonomasia rappresenta l’elettorato di centrodestra». Giovanni Toti ha invocato un confronto all’interno della coalizione, accendendo i riflettori sulla necessità di un tono moderato, preferito dai cittadini rispetto agli atteggiamenti piazzaioli. Ma chi potrebbe ricostruire il Centrodestra? Il presidente della Liguria è netto: «Nel centrodestra ci sono tanti potenziali leader. Le parole più sagge nell’ultimo periodo le ho sentite dal presidente Berlusconi. Ma sia a Roma che negli enti locali ci sono tante figure che possono dire da loro. E soprattutto occorre fare uno scatto che porti ad una cultura matura di governo, allargandosi il più possibile anche ad altri».