LE DIMISSIONI DI GIOVANNI TOTI DA PRESIDENTE LIGURIA: ELEZIONI REGIONALI VERSO NOVEMBRE (CON GIÀ DUE CANDIDATI PER PD E CENTRODESTRA)
Dopo 80 giorni agli arresti domiciliari ad Ameglia il Governatore Giovanni Toti si è appena dimesso dalla carica di Presidente della Regione Liguria: pressato dalle opposizioni e con una situazione giudiziaria che lo vede ancora in carcerazione preventiva per la maxi inchiesta sulla corruzione nel Porto di Genova, il leader di Centrodestra (all’interno di Noi Moderati con la neo “Lista Toti Liguria”, che prende il posto di “Cambiamo con Giovanni Toti Presidente”) ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni accelerando l’iter verso le Elezioni Regionali anticipate in Liguria.
Invece che tenersi a scadenza naturale nel 2025, dopo che Toti si è dimesso si profilano due strade entrambe in autunno 2024 per le Regionali anticipate dopo l’inchiesta sulla Regione Liguria: se prevalesse la legge nazionale del 2004 che impone elezioni entro 60 giorni si andrebbe a ottobre, se invece prevarrà la legge costituzionale del 1999 che parla di convocazione di Elezioni entro 90 giorni dalle dimissioni della giunta si parla di una data in novembre. Con ogni probabilità le Elezioni Regionali Liguria verranno accorpate a quelle di Umbria ed Emilia Romagna previste già per il 17-18 novembre 2024.
Nel frattempo le dimissioni di Toti sono state ufficializzate dall’assessore Giacomo Giampedrone su delega dello stesso Toti, in quanto ancora ai domiciliari: stamane attorno alle 10.40, informa l’ANSA, la consegna della lettera con “dimissioni irrevocabili” (in cui cita specificamente l’avvio delle procedure per nuove Elezioni Regionali) presentata all’ufficio protocollo della Regione Liguria. Sono già due i candidati per succedere al due volte Governatore ligure: in casa Centrodestra avanza la figura di Edoardo Rixi, leghista viceministro al MIT di Salvini e ligure doc; per il Centrosinistra il nome certo sarà quello dell’ex Ministro della Giustizia e membro forte del Pd, Andrea Orlando. Dopo l’annuncio delle dimissioni di Toti una nota molto dura della Lega contro denuncia l’agire politico della magistratura: «In Liguria siamo di fronte all’ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti. La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista».
PERCHÈ TOTI SI DIMETTE ORA: “PUÒ CHIEDERE SUBITO LA REVOCA DEI DOMICILIARI”
Giovanni Toti si è uicilamente dimesso dalla carica di Presidente della Regione Liguria dopo ben 80 giorni di pressioni e polemiche: dopo aver richiesto più volte la revoca degli arresti domiciliari visto che ancora non è neanche stato rinviato a giudizio dopo l’accusa di corruzione, falso e abuso d’ufficio nella gestione degli appalti sul Porto di Genova (assieme agli altri due inadatti illustri come l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini), Toti ha deciso per le dimissioni per un motivo molto semplice.
Lunedì 29 luglio 2024 scadono i termini per il Governatore per presentare un eventuale ricorso al Riesame: senza più essere Presidente in carica, ritengono i suoi avvocati, potrebbe essere più semplice ottenere la revoca immediata dei domiciliari: l’inchiesta è alle battute finali e nelle prossime settimane potrebbero esserci le decisioni della Procura di Genova sull’eventuale (quasi certa) richiesta di rinvio a giudizio. Toti prosegue nel ritenersi pienamente innocente e intende dimostrarlo in sede processuale, oltre a contestare la carcerazione di 80 giorni senza che vi siano motivazioni stringenti (inquinamento di prove su fatti elettorali e appalti di anni fa o pericolo di fuga). Resta poi l’amarezza personale di Toti per essere stato costretto alle dimissioni come unica opzione per poter sperare di tornare in libertà dopo che, va ribadito, non si è ancora neanche in fase di processo. Non è di fatto bastato neanche l’interrogatorio-fiume con cui nelle scorse settimane ha chiarito tutti i fatti, negando qualunque nesso tra erogazioni e presunti favori; resta ora il ricorso in Cassazione contro lo schema accusatorio dei pm genovese e soprattutto la richiesta al Riesame per riottenere la libertà dopo più di due mesi di arresti.