Le forti esplosioni udite ieri a Kiev durante l’incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale dell’Onu lasciano senza parole Giovanni Tria. «Mi sembra un attacco grave e senza senso. Un attacco durante un colloquio con le Nazioni Unite dopo che Putin sembrava esaltarle come luogo multilaterale. Non so come interpretarlo», affermava ieri a Stasera Italia l’ex ministro dell’Economia. In merito alla guerra in Ucraina, ha richiamato le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella. «Ha detto che non bisogna avere incertezze nel difendere l’Ucraina. Una cosa è dire che la guerra è a difesa dell’Ucraina in modo tale che non vada a buon fine l’invasione russa, altra cosa è ipotizzare una guerra contro la Russia. Ci sono dichiarazioni improvvide».



Ma il presidente della Repubblica italiana per Giovanni Tria ha detto un’altra cosa significativa. «La pace va fatta secondo lo spirito di Helsinki, la conferenza sula sicurezza dell’Europa a cui partecipava l’Unione Sovietica con i paesi che facevano parte del Patto di Varsavia con Stati Uniti e Canada. Bisogna mettersi intorno ad un tavolo per creare un sistema di sicurezza».



TRIA “SI VA VERSO MONDO PERICOLOSO…”

Il problema per Giovanni Tria è cosa vuole davvero l’Alleanza. «Non so se tutta voglia davvero questo o regolare la storia con la Russia e rompere la globalizzazione». A tal proposito a Stasera Italia fa riferimento anche alle parole di Janet Yellen, Segretario al tesoro degli Stati Uniti d’America: «Sta ipotizzando di fare commercio con i Paesi amici, che le istituzioni internazionali devono essere multilaterali ma tra Paesi perbene, ma bisogna capire che vuol dire e poi non sono tanti nel mondo, quindi si prospetta un mondo un po’ pericoloso». Riguardo invece la questione delle armi all’Ucraina, il governo Draghi per l’ex ministro non rischia di cadere: «Non credo, questa storia delle armi… è una manfrina per conquistare consenso. Bisogna difendere fino in fondo l’Ucraina, ma non cominciare a dire che il fine va oltre, non è la vittoria della democrazia sul resto del mondo».



“RUBLI E SANZIONI? QUANTA IPOCRISIA…”

Giovanni Tria intraprende poi una battaglia contro le ipocrisie che intrecciano la guerra in Ucraina. «Penso sia giusto mandare armi, ma uscirei anche fuori dalle ipocrisie: noi siamo in guerra. L’esercito ucraino resiste perché viene addestrato e armato dagli altri Paesi. Poi è chiaro mantenere questa parte oscura per una questione di regole internazionali. Questo non mette in discussione che è giusto quello che si sta facendo», spiega l’ex ministro a Stasera Italia. Stesso approccio sulla questione rubli e sanzioni: «Pagamento del gas russo è in rubli è un ricatto? Se siamo in guerra… e allora le sanzioni cosa sono? Siamo in guerra, ognuno fa le sue scelte per vincere, si spera non solo con le armi». Stesso ragionamento per chi definisce una violazione dei contratti il pagamento del gas in rubli: «E le sanzioni che stiamo facendo quante violazioni fanno? Non sono contrario, ma queste sono ipocrisie. Parliamo di cose concrete».