Esce il 4 febbraio in CD e su tutte le piattaforme digitali per Virgin Records/Universal Music Italia TUTTO L’UNIVERSO, un’antologia che racchiude l’essenza artistica di Giovanni Truppi e dei suoi dieci anni di musica.
Se quello che Giovanni Truppi ama fare è “immortalare attimi facendone canzoni”, TUTTO L’UNIVERSO è un disco che si può leggere – o guardare – come una serie di fotografie che insieme tratteggiano a contorni netti il profilo del loro autore.
Scelte tra le più rappresentative tra quelle pubblicate nell’arco di un decennio nei quattro album di inediti, le quattordici canzoni contenute in TUTTO L’UNIVERSO affiancano e quasi circondano musicalmente “Tuo padre, mia madre, Lucia”, il brano presentato dal cantautore napoletano al 72esimo Festival della Canzone Italiana.
Scritta con la complicità dei suoi due più fidati partner musicali – Marco Buccelli e Giovanni Pallotti – insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana, Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa (deus ex-machina della band rivelazione indie I Cani), “Tuo padre, mia madre, Lucia” è il brano iniziale dell’album e al tempo stesso il suo ideale finale, facendo da apripista per un futuro album di inediti.
E se il brano che apre il disco è l’ultimo in ordine cronologico, a chiuderlo non può che esserci “Scomparire”, l’unico estratto dall’album d’esordio del 2010, “C’è un me dentro di me” (2010, CinicoDisincanto), in assoluto il suo lavoro più esposto in quanto a emotività e “classico” dal punto di vista della scrittura.
Tra questi due estremi viaggiano altre tredici canzoni che, intrecciandosi tra loro, restituiscono il senso del tempo e del percorso artistico in costante ricerca ed evoluzione svolto in oltre un decennio da Giovanni Truppi.
Un viaggio musicale vario, capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore, unendoli a un’inventiva metrica che nel canto spesso comprime e allunga le sillabe per meglio disporle tra le maglie dell’armonia.
Il percorso straordinario – in quanto fuori dall’ordinario – di uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, oltre che eccellente musicista e carismatico performer.
Un artista capace di tratteggiare un universo imperfetto in cui specchiarsi tra le insicurezze e le debolezze di ognuno di noi e in cui scoprire sfaccettature di umanità tanto nascoste quanto comuni a tutti. Un universo profondamente onesto, in grado di scavare a fondo tra i sentimenti, anche quelli più dolorosi, per poi risollevarsi abilmente tra ironia e idealismo, con una dose di irriverenza incapace di lasciare indifferente l’ascoltatore.
Tra vicende autobiografiche ed analisi filosofiche e sociali, le parole delle sue canzoni non temono argomento, spiazzano, sorprendono. Affrontano frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini.
Quattro sono gli estratti dal secondo album di Truppi “Il mondo è come te lo metti in testa” (2013, I Miracoli – Jaba Jaba Music): la title-track “Il mondo è come te lo metti in testa”, “Nessuno”, “Amici nello spazio” e “La domenica”. Gli argomenti autobiografici affiorano da un disco quasi punk, registrato interamente dal vivo da Giovanni e Marco Buccelli (produttore storico dei dischi di Truppi) con una strumentazione essenziale: chitarra, batteria, pianoforte. Il linguaggio e le tematiche si evolvono e tutto si fa più vivido e originale, quasi ad aprire la strada a un ulteriore passaggio di livello.
Passaggio che arriva con le canzoni del terzo album, più eterogeneo del precedente in quanto a produzione e a scrittura, ma in grado di portarne avanti le caratteristiche migliori. Si tratta dell’iconico “GIOVANNI TRUPPI” (2015, Woodworm), trainato da canzoni come “Superman”, “Tutto l’universo”, “Pirati” e l’iniziale “Stai andando bene Giovanni”, già dal titolo uno tra i migliori esempi del genio di Truppi in azione.
“L’unica oltre l’amore“, “Borghesia” e “Conoscersi in una situazione di difficoltà” mettono bene in luce l’ulteriore cambio di passo affrontato dall’album “Poesia e civilità” (2019, Universal), indicato dalla stampa e dai media come uno dei dischi italiani dell’anno (il quotidiano francese “Le Monde” ne celebra musica e qualità artistiche anche Oltralpe).
Un disco nato da un lungo lavoro di scrittura e limatura, che mette da parte la spregiudicatezza formale in favore di una scrittura più “composta”, slegata dall’urgenza di stravolgere i canoni della canzone e focalizzata sul confronto con l’idea di “classico”. Anche il punto di vista cambia radicalmente, l’autobiografia cede il passo alla testimonianza, l’oggetto della narrazione non è più il proprio vissuto e si allarga al racconto del mondo esterno.
L’album contiene anche un’altra delle canzoni d’amore più riuscite della discografia di Truppi, “Mia”, che in questa raccolta viene però proposta nella versione – arricchita dalla presenza di Calcutta – pubblicata sull’EP “5” (2020, Universal), dove è presente anche l’altro duetto contenuto in TUTTO L’UNIVERSO, “Procreare”, cantato insieme a Brunori Sas.
TUTTO L’UNIVERSO è una riuscita foto di viaggio di Giovanni Truppi e del suo mondo (perché È un mondo, quello che si è messo in testa), un mondo da cui lasciarsi attrarre e conquistare perché figlio di un viatico coraggioso e intraprendente. Ognuna di queste canzoni ha una propria traiettoria e contemporaneamente, come uno dei raggi dello stesso cerchio, porta verso le altre. Sono emozioni, stati d’animo, riflessioni e racconti vissuti e trascritti in bella copia.
“Viscere sul tavolo”, diceva Andrea Pazienza. “Stai andando bene Giovanni”, possiamo dire noi.