Fra nuove leve e ritorni, Giovanni Vernia sta per affrontare la sfida di Tale e Quale Show 2019 – Il Torneo con alcuni dei suoi ex compagni d’avventura. L’anno scorso il suo ingresso nel talent non è stato del tutto positivo, dato che l’imitazione di Luca Carboni in Una grande festa non gli ha permesso di superare la sesta posizione. Il miglioramento però è iniziato subito dopo, passando dal quarto posto alla terza posizione, confermata sia nella terza che nella quarta puntata. Il merito è della sua versione di Claudio Baglioni in Mille giorni di te e di me e di Mick Jagger nel singolo (I Can’t Get No) Satisfaction. Purtroppo negli appuntamenti successivi, l’imitatore non è riuscito a risollevarsi ancora di più assestandosi nella fascia centrale della classifica. La ripresa c’è stata però dal punto di vista della classifica generale, grazie ad un voto di 324 punti che gli ha permesso di superare la prima fase del talent. Nessuna rivelazione su quale artista dovrà interpretare invece questa sera, forse per via dei tanti impegni che occupano la vita di Giovanni. A partire dal prossimo 21 novembre lo troveremo infatti nei teatri con il suo Vernia o non Vernia: questo è il problema, uno spettacolo in cui racconterà le origini della sua follia comica, del suo “essere disturbato”, come dice spesso. Ed è su questo stesso filone che ha creato appena ieri La canzone disturbata, un mix di Da Sola / In The night di Takagi & Ketra con una featurette di Elisa e Tommaso Paradiso.

GIOVANNI VERNIA E LA SUA “DOPPIA VITA”

Da Zelig a Tale e Quale Show 2019 – Il Torneo: di strada Giovanni Vernia ne ha fatta davvero tanta e oggi è conosciuto come uno dei comici più promettenti del panorama italiano. Il suo passato però comprende anche il lavoro come ingegnere informatico per una multinazionale americana, impiego che continuava a svolgere anche durante le serate trascorse nei panni di Jonny Groove. “Sono sempre stato una persona tranquilla, con un’educazione abbastanza rigida, e contemporaneamente invece c’è sempre stato un piccolo demone in me che mi spingeva a prendere le sembianze di chi mi stava intorno”, racconta a Teatro.it, parlando di come a lungo abbia mantenuto una sorta di doppia vita. L’imitazione però scorreva già nelle sue vene, tanto che si ritrovava ad imitare i suoi capi e a perdere il lavoro non appena veniva colto sul fatto. “Il dualismo che mi appartiene, avere una vena folle che mi fa prendere il lato ironico delle persone, la malattia di far ridere chi mi sta intorno, che poi mi ha anche portato sul palco”, continua. Vernia non crede di aver mai scelto i personaggi da imitare, ma piuttosto di essere stato scelto. D’istinto, ha sempre osservato le persone che cogliere tutti quei dettagli che, come per magia, gli facevano scattare qualcosa dentro. Ed è così che nasce una delle sue performance più note. Indimenticabile infatti la sua imitazione di Jovanotti, condivisa ormai cinque anni fa a Zelig e rievocata dall’imitatore sui social proprio in questi giorni. “Quando io amo un cantante, lo ascolto tanto. E quando ascolto Lorenzo… lui fa proprio delle poesie. Solo che quando parla si dilunga un po’”, dice nello sketch.