Maledetti amici miei in onda da questa sera su Rai 2, tra i grandi protagonisti troviamo il regista e sceneggiatore Giovanni Veronesi. Reduce da Moschettieri del re – La penultima missione, il cineasta di Prato sarà al fianco di Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini – ma non solo – nel format fortemente voluto dal direttore di rete Carlo Freccero. Uno show improvvisato che prende spunto da racconti e incontri di oltre 30 anni di amicizia, con i quattro protagonisti affiancati da Margherita Buy e Max Tortora: tutti pronti a mettersi in gioco, mentre Paolo Conte reinterpreterà i suoi grandi successi e Rocco Papaleo guiderà una band. «Ironia, sarcasmo, quel sano cinismo che vi vuole, quella bella cattiveria che racconta la verità», la ricetta del programma secondo Giovanni Veronesi, che sottolinea a Tv Radio Corriere: «Quello che ci imponiamo di fare è di vuotare il sacco, di dire un po’ di verità. Dopo tutte le bugie che abbiamo detto in questi 35 anni di mestiere, finalmente riusciremo a dire qualche sana verità che forse ci procurerà qualche nemico o qualche piccola querela».
GIOVANNI VERONESI, MALEDETTI AMICI MIEI
Maledetti amici miei – titolo che si rifa al celebre film di Mario Monicelli del 1975 – come dicevamo è nato dall’amicizia tra i quattro protagonisti, uno show teatrale senza un testo e con una «ambientazione molto particolare», aggiunge Giovanni Veronesi. Il regista ha affermato che tutti i membri del cast hanno «talmente tanto da raccontare, da dire, ospiti da incontrare, che due ore e mezza a puntata rischiano di non bastare». E lo spettacolo è assicurato: Veronesi ha sottolineato che tutti sono pronti a prendersi in giro in modo feroce su ogni cosa, dalle malattie passando per gli acciacchi ed ai film venuti male. «Andremo avanti a forza di colpi bassi», non ha dubbi il cineasta, che ha poi svelato: «Bugie ne ho dette a tutti. Alle donne, alla mamma, agli attori quando spiego il loro personaggio, come se fossero tutti protagonisti. Bugie continue. Adesso vogliamo in qualche modo riscattarci, rivelare qualcosa che poi ci libera…».