Giovanni XXIII, perché lo chiamano il “Papa Buono”? Quella carezza ai bambini…
Giovanni XXIII è passato alla storia come “il Papa buono”, amato e ricordato ancora con affetto, ma a che cosa si deve questo appellativo? Angelo Giuseppe Roncalli, diventato Papa Giovanni XXIII, si distinse e si distingue tuttora nella memoria dei fedeli. Una delle sue frasi più celebri che continua a restare in vita è questa: “tornando a casa troverete i bambini. Date loro una carezza e dite Questa è la carezza del Papa”.
L’affetto nei confronti di Papa Giovanni XXIII è diventato tangibile nel momento dei suoi funerali, il 3 giugno 1963, quando la partecipazione dei fedeli al cordoglio fu immensa. Il motivo per cui il pontefice Roncalli è passato alla storia, anche a quella laica, come “il Papa buono” è da ricercarsi nell’innovazione introdotta nel suo pontificato. “Prima il Papa era una figura ieratica, con il pontificato di Roncalli – ha spiegato a RaiNews la professoressa Maria Lupi, docente di storia della Chiesa all’università Roma Tre – il Papa diventa un pastore che accoglie i fedeli, con i suoi discorsi e i suoi gesti. Tutti ricordano le visite di Giovanni XXIII ai bambini, a quelle categorie che soffrono, alle persone sofferenti“. Nella sua figura, a partire dall’abbigliamento, “Giovanni XXIII è rimasto legato alla tradizione con un vestiario pomposo, tradizionale, ma con lui cambia il modo di fare il Papa, di essere il Papa. Comincia a viaggiare, va ad Assisi e Loreto, non molto lontano, ma era circa un secolo che un Papa non usciva da Roma”.
Il Papa Buono, Giovanni XXIII e l’attenzione a ciò che unisce tutti gli uomini
La vita del Papa Buono Angelo Giuseppe Roncalli inizia in un contesto contadino, caratterizzato da una vita umile ma anche di fede profonda che ha inciso profondamente su tutta la sua vita, fin dall’età più tenera per culminare poi con la nomina a pontefice. Un pontificato, quello di Giovanni XXIII, che in molti avevano ipotizzato sarebbe stato di semplice transizione, e che invece ha rivelato un solco molto più profondo di quanto atteso.
Nei discorsi del Papa Buono e nel Giornale dell’anima, il suo diario spirituale pubblicato nel 1964, Giovanni XXIII aveva sempre dichiarato la volontà di abbattere le barriere, di ricercare ciò che unisce e non ciò che divide gli uomini, di voler essere non un uomo di potere ma un pastore di anime, di prestare attenzione alle persone in quanto creature di Dio per “servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici“. In quanto il Vangelo è destinato a tutti gli uomini.