Gipi, alias Gian Alfonso Pacinotti, ospite a X Factor 2020 nella puntata “Last Call” in onda giovedì 22 ottobre su Sky e Now Tv. Il fumettista, illustratore e regista italiano è stato scelto da Manuel Agnelli a supporto nella difficilissima fase de “l’ultima chiamata” per valutare e decidere chi far passare alla fase finale dei Live di X Factor. Una scelta non facile per il frontman degli Afterhours che proprio per questo motivo ha pensato bene di chiamare in soccorso il creativo fumettista italiano per decidere e formare la categoria Gruppi. In lizza ci sono: il quartetto parmense degli Yellow Monday, il duo power rock dei Little Pieces of Marmelade, il gruppo di Verbania dei WIME, la band toscana dei Manitoba e il trio umbro dei Melancholia. Una scelta originale quella di Manuel Agnelli che coinvolto nella selezione “last call” il miglior fumettista italiano. Ribelle e anticonformista, Gipi durante un’intervista rilasciata a Wired.it ha sottolineato quanto la libertà sia la cosa più importante: “per il mio modo di stare al mondo la libertà è la cosa alla quale tengo di più. Cioè poter lavorare liberamente senza avere qualcuno sopra di te che ti indirizzi in una direzione o nell’altra”.
Gipi, i fumetti e il rapporto con i social
I fumetti di Gipi sono tra i migliori mai realizzati in Italia. Delle vere e proprie opere d’arte che gli hanno permesso durante la sua straordinaria carriera di ricevere tantissimi premi e riconoscimenti internazionali tra cui il premio Goscinny e quello per il miglior fumetto al Festival d’Angoulême con Appunti per una storia di guerra. Non si contano le collaborazioni: da La Repubblica a L’internazionale, anche se il fumettista, per chi non lo sapesse, ha debuttato nel 2011 anche come regista del film “L’ultimo terrestre” prodotto da Fandango e presentato in gara alla 68ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il fumettista è presente anche sui social, ma ha un rapporto tutto particolare con questi nuovi mezzi di comunicazione. Sempre a Wired.it ha raccontato: “su Twitter ogni tanto una cazzata mi parte, e me ne pento un secondo dopo. In un primo momento penso ci sia bisogno della mia battuta di risposta a qualche politico del cazzo, ma subito dopo mi sento stupido per averlo fatto. A me i social peggiorano la qualità della vita. Mi trovavo spesso a parlare di nulla. A discutere, a litigare di nulla con dei fantasmi che alla fine non puoi neppure farci a schiaffi”.