Il Giraffe Manor in Kenya rappresenta allo stesso tempo uno dei luoghi più eleganti e pure inusuali in fatto di hotel dato che in questa struttura le vere padrone di casa, capaci di accogliere e pure di coccolare i suoi ospiti, sono nientemeno che delle giraffe. Si trova infatti a Lang’ata, ovvero una delle periferie della capitale del Paese, Nairobi, questo piccolo resort in cui non solo c’è un centro dedicato a questi altissimi mammiferi artiodattili ma le giraffe stesse fanno parte di quella varietà oggi a rischio estinzione e chiamata Rothschild in onore dell’omonimo barone Lord Walter, che tra la fine del 1800 e l’inizio del secolo successivo fu un apprezzato politico britannico nonché zoologo: insomma il Giraffe Manor kenyota non è solo una della proposte di alloggio più stravaganti del continente africano ma in una residenza piccola ma dallo stile elegante e “british” unisce da una parte un turismo che richiama gli amanti dell’avventura e del contatto con la natura ma dall’altra porta avanti al suo interno pure un programma che mira a ripopolare la specie delle Giraffe Rothschild per poi permettere loro di tornare a vivere libere.



IL GIRAFFE MANOR IN KENYA

Il Giraffe Manor nei pressi di Nairobi, da cui dista appena 20 chilometri, è una struttura riconvertita in hotel e che in origine era un maniero: costruito negli Anni Trenta sullo stile delle residenze di caccia scozzesi da Sir David Duncan, un membro della prestigiosa famiglia Mackintosh, originariamente aveva un estensione di svariati acri (circa 140 oggi) che arrivava fino al fiume Mbagathi, ovvero il confine meridionale della stessa capitale del Kenya. Più tardi, negli Anni Sessanta, questo maniero fu ceduto a degli investitori locali fino a che, per vari motivi, cadde in rovina e rimase disabitato. Solo un decennio più tardi fu rimesso in sesto e la sua proprietà ampliata ancora fino a che nel 1983 Rick Anderson e sua moglie vi si stabilirono e trasformarono questa tenuta in un hotel privato dove gli ospiti non solo possono vivere a contatto con questa specie di giraffe a rischio d’estinzione ma possono anche nutrirle durante i propri pasti e giocare con loro: infatti se si pernotta al Giraffe Manor non è inusuale assistere a scene in cui questi animali fanno capolino col loro lungo collo tra le porte-finestre della sala da pranzo oppure da quelle del secondo piano dove si trovano le camere da letto.



LA STORIA DEL MANIERO E LE GIRAFFE A RISCHIO ESTINZIONE

Il Giraffe Manor dispone infatti di dodici camere per gli ospiti e, come ricorda il sito ufficiale che ricorda come la struttura appartenga al Safari Collection Group, in passato ebbe tra i suoi “special guest” pure la scrittrice danese Karen Blixen che visse a lungo in Kenya e prese ispirazione per scrivere uno dei suoi capolavori, “La mia Africa”, ma anche Ellen DeGeneres, Ellie Goulding, Naomi Watts, Ewan McGregor ed Eddie Vedder. Non solo per via dei suoi ospiti VIP ma anche per il programma di salvaguardia di queste giraffe, il maniero è stato in passato oggetto di un documentario della BBC: infatti le mansuete giraffe che girano indisturbate per tutta la proprietà non solo sono estremamente mansuete e a proprio agio al contatto con l’uomo, ma vivono in quello che oramai è uno dei pochi habitat rimasti in Kenya ad accogliere le Rothschild. Inoltre, per una tradizione interna al Manor, ogni esemplare ha un nome proprio che prende spunto da quello di coloro che hanno contributo in modo significativo (finanziariamente, ma non solo) alla struttura e alla stessa salvaguardia della specie. Il Giraffe Manor tuttavia fa parte di quello che è un più ampio santuario moderno dedicato alla fauna locale e agli amanti dei safari, dato che è possibile osservare pure piccoli mammiferi, una grande varietà di uccelli tropicali e c’è anche un centro dove ci si prende cura dei piccoli di elefanti rimasti orfani, prima di riconsegnarli alla loro vita libera e selvaggia; non manca, infine, la possibilità di fare escursioni presso le colline Ngong dove vivono ancora delle tribù Masai.

Leggi anche

TURISMO D'ESTATE/ Più breve, intensa e frequente: come gli italiani vogliono la loro vacanza