Quella di Gisele Pelicot – donna francese 72enne – è una storia a dir poco dell’orrore che ci parla di circa 200 (per ora è bene dirlo: presunte) violenze sessuali subite nell’arco di un solo decennio tra il 2011 e il 2020 da oltre 80 uomini; il tutto reso ancor più terribile di quanto già non sia dal fatto che ad organizzare gli incontri proibiti altri non era che suo marito – il 71enne Dominique Pelicot – ora accusato di aver drogato e ‘venduto’ come un oggetto sessuale la moglie in uno dei processi sicuramente più duri e seguiti che l’intera storia giudiziaria di Avignone ricordi.



Prima di arrivare al primo processo di molti altri che si terranno nel corso dei prossimi mesi (secondo la corte si andrà avanti almeno fino al prossimo gennaio) è importante fare un passo indietro per ricordare che Gisele Pelicot e Dominique si conobbero più di 50 anni fa e dopo essere convolati a nozze ed aver costruito una vita assieme hanno messo al mondo anche tre figli che – a loro volta – hanno dato i natali a sette nipotini.



L’incubo di Gisele Pelicot – invece – è iniziato nel novembre del 2020 quando venne convocata dalla polizia per discutere di qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare: inizialmente pensò che si trattasse di un nuovo interrogatorio dopo che il marito era stato sorpreso da una guardia giurata a filmare sotto la gonna di alcune donne in un supermercato; ma le cose si sono fatte strane dopo che gli agenti le hanno posto alcune domande sulla sua vita sessuale e sullo scambio di coppia, invitandola a guardare alcune fotografie.

La lunga storia di abusi di Gisele Pelicot: cosa è successo alla 72enne francese

Nelle foto mostrate a Gisele Pelicot – ha ricordato lei a processo, citata da alcuni media esteri – riconobbe presto il suo letto e il suo comodino, ma ricorda anche di non aver riconosciuto immediatamente i soggetti ritratti mentre erano intenti a compiere un atto sessuale: solo in un secondo momento – imbeccata dagli agenti – si riconobbe “inerte, nel mio letto, mentre un uomo mi stava violentando” e in quel momento le cadde “il mondo addosso”.



Dalle indagini nate dopo i video girati al supermercato – infatti – gli agenti hanno scoperto una cartella sul pc del marito di Gisele Pelicot rinominata “abusi” che conteneva più di 20mila foto e video che la ritraevano addormentata mentre un manipolo di uomini sempre differenti abusavano di lei in ogni modo possibile in quelle che oggi descrive come vere e proprie “scene dell’orrore” di cui non ha alcuna memoria.

Dal conto suo il marito di Gisele Pelicot si è (verrebbe da dire, quanto meno) dichiarato colpevole fin da subito e ha raccontato agli agenti di aver drogato la povera 72enne dopo aver organizzato su una chat room gli incontri con circa 80 uomini diversi, tutti residenti poco distanti dalla casa coniugale in una sorta di macabro gioco erotico alle spalle della povera malcapitata; il tutto mentre forniva anche regole stringenti per ognuno degli uomini che accoglieva nella sua abitazione, tra lo spogliarsi in cucina, l’evitare di indossare profumi o fumare e di andarsene non appena la donna avesse mostrato anche un solo minimo cenno di ripresa.

Chi sono gli 80 uomini che hanno violentato Gisele Pelicot: infermieri, poliziotti, consiglieri comunali e impiegati statali

A processo la povera Gisele Pelicot ha raccontato di essersi sentita “sacrificata sull’altare del vizio”, mentre veniva “trattata come una bambola di pezza, una busta della spazzatura” da persone – in minima parte – rimaste anonime: a processo assieme al marito sono finiti altri 50 uomini, mentre si cerca di scovare i restanti 30; e quasi tutti si sono difesi dalle accuse che potrebbero costargli fino a 20 anni di reclusione sottolineando che credevano la vittima fosse consenziente, addossando tutte le colpe a Dominique.

Della lista di uomini Gisele Pelicot ha raccontato di conoscerne solamente uno – un vicino di casa che frequentava abitualmente la loro abitazione e incontrava “dal panettiere” – e tra tutti gli altri non mancano un consigliere comunale, un ex poliziotto, un impiegato statale, ma neanche un soldato, un pompiere e un infermiere; mentre ora la donna ha abbandonato il nido familiare e gode del pienissimo appoggio da parte dei suoi tre figli, oltre che di un’intera nazione davanti alla quale ha scelto di apparire con nome, cognome e volto per esporre davanti a tutti i suoi aggressori.