Solange Marchignoli, avvocato di Gisella Cardia, ospite di “Ore 14” parla della sua assistita e dell’indagine in corso: “Possiamo escludere che le lacrime siano per mano di Gisella Cardia perché io quella sera ho parlato e ho spiegato bene che chiedere la perizia sarebbe venuto contro. Le ho detto ‘Se noi chiediamo l’incidente probatorio e viene fuori che il sangue è tuo, abbiamo un problema’. Lei mi ha detto che il sangue non era suo e di andare tranquilla. La storia di Gisella nasce con la Chiesa che le crede, non dobbiamo dimenticarlo. Le indagini eseguite dal Ris non hanno avuto l’impulso dalla Procura e per questo motivo quegli atti non sono utilizzabili”.



L’avvocato, ancora, prosegue: “Io ho partecipato all’interrogatorio con la signora Gisella e parlato personalmente con il procuratore che mi ha spiegato che non esisteva alcun impulso della Procura sull’indagine del Ris. Tanto che la Procura ha sequestrato le statuette per nuove indagini. Il procuratore mi ha detto che aveva visto le analisi ma che non c’era alcun impulso della Procura. Se queste analisi fossero state fatte correttamente, che senso aveva ripeterle?”.



Madonna di Trevignano, l’avvocato di Gisella Cardia: “Le analisi dei Ris…”

L’avvocato Solange Marchignoli, che difende Gisella Cardia, spiega di non “accusare i Ris” ma ribadisce: “Al procuratore sono state poste delle domande da me e il mio collega perché mancava il passaggio dell’impulso della Procura. Così Gisella Cardia ha spiegato di aver ricevuto la chiamata dal vescovo, è andata lì e ha trovato il Ris e ha dato il suo Dna. Ma questa cosa non è possibile perché avrebbe dovuto ricevere una Pec, come è stato poi in seguito. Mi risulta che i Ris siano stati attivati dal Vescovo e non dalla Procura. Quando il Ris fa delle analisi, non è che chiamano l’indagato. Notificano, sequestrano, custodiscono e fanno le analisi in maniera compiuta e corretta“.

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