Maria Rita Gismondo fa chiarezza sul convegno con l’estrema destra tedesca Afd per il quale è finita nella bufera nelle ultime ore. «Tutto nasce da una mia ingenua partecipazione a giugno a un convegno a cui sono stata invitata. Il programma prevedeva il mio intervento, di altri due accademici e di un rappresentante del ministero della Salute tedesco. Io ho accettato perché credevo fosse un convegno scientifico», ha dichiarato a Non è l’Arena di Massimo Giletti su La7. «Non mi sono accertata neppure del logo, credevo fosse di un’organizzazione scientifica, ma non conosco il tedesco». A proposito della domanda sulle bare di Bergamo: «Reputando così assurda quella domanda, io ho detto “Ero in laboratorio, ma si figuri” per dire “che domanda stupida mi state facendo” ma questi hanno interpretato come una risposta dubbiosa. Ma sono lontana da queste domande». Poi ha fatto una precisazione: «Il fatto che io sia lontana da questi gruppi è dimostrato dal fatto che il 7 novembre ho pubblicato sul Fatto Quotidiano un articolo in cui riporto come sia scientificamente dimostrato che complottisti e negazionisti hanno problemi neurologici». (agg. di Silvana Palazzo)



GISMONDO CHOC A CONVEGNO AFD IN GERMANIA

Un articolo di Repubblica getta pesanti ombre su Maria Rita Gismondo, la virologa del Sacco di Milano che a luglio prese parte ad un convegno organizzato al Bundestag dal partito dell’ultradestra tedesca, Alternative fuer Deutschland, sostenendo tesi controverse e perlopiù false sulla gestione dell’epidemia da parte dell’Italia. Parole, le sue, peraltro politicamente dannose per l’immagine del Belpaese, a maggior ragione se pronunciate a luglio, alla vigilia del Consiglio Europeo che avrebbe dovuto ratificare l’accordo sul Recovery Fund. Presentata dagli estremisti tedeschi come “la più importante virologa italiana“, Gismondo si produsse in esternazioni che rilette oggi destano profondo sconcerto: a suo dire, ad esempio, i dati sull’epidemia resi noti quotidianamente dal governo italiano erano “falsi“. Secondo Gismondo, infatti, nella Penisola sferzata dalla tragedia del Covid, in realtà “solo dieci” pazienti sono morti “di” coronavirus, mentre gli altri “con“. Una distinzione che in questi mesi ha ampiamente dimostrato di fare acqua da tutte le parti.



GISMONDO E LA FRASE SUI CAMION PIENI DI BARE

La dottoressa Gismondo sembrò soddisfare tutte le aspettative dei tedeschi di Afd, assolutamente contrari all’ipotesi che la Germania accettasse di emettere debito comune, garantendo di fatto anche per le “cicale” italiane. A margine dell’evento, però, la virologa aggiunse altra carne al fuoco rilasciando un’intervista al giornalista Billy Six, noto in Germania per essere il megafono di fake news, cospirazionisti ed estremisti di destra. Nei giorni in cui in Germania divenne “virale” un video che sosteneva che i mezzi militari pieni di morti per le vie di Bergamo erano in realtà riconducibili ad un precedente terremoto, Gismondo dichiarò di “non poter dire” se i camion che scioccarono il mondo “contenessero cadaveri” (“Non posso dire niente, ero nel mio laboratorio. Ho visto le immagini in tv“). In ogni caso, aggiunge, quei camion “non andavano mostrati“. Finita qui? Macché: la Gismondo sollevò dubbi anche sull’efficacia delle mascherine, definendole “non necessarie“, oltre che, “pericolose per la salute“. E nell’intervista, così come al convegno, dichiarò che il virus si trovasse già in Italia “forse a metà del 2019“, aggiungendo per non farsi mancare niente che un passaggio dal pipistrello all’uomo sia improbabile e per questo che “non sia da escludere un incidente da laboratorio“. Poi il gran finale: “Se possiamo fidarci dei numeri del governo italiano, possiamo fidarci delle immagini dagli ospedali di Bergamo? Non ho idea, so che i governi a livello internazionale preferiscono alimentare il panico” senza giustificazioni scientifiche.

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