Il nuovo Dpcm non ha convinto in molti fra gli addetti ai lavori, e fra questi anche Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano. Parlando stamane con l’agenzia Adnkronos, sezione Salute, la Gismondo ha infatti specificato “Il premier Giuseppe Conte la scorsa settimana aveva detto che un lockdown sarebbe stato disastroso. Ebbene, queste misure di fatto creano un lockdown, peraltro con dei provvedimenti che io trovo assurdi e non credo avranno un impatto significativo sul numero dei contagi”. La dottoressa a capo del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze del Sacco, considera assurde in particolare le chiusure di cinema, teatri e palestre, ambienti che la stessa definisce “assolutamente controllati”. Con queste nuove chiusure l’unico risultato è quello di togliere ai cittadini “una vita quasi normale, che ormai non abbiamo più”, ma senza però incidere realmente sui numeri di contagiati.



GISMONDO: “SENZA MISURE ADATTE I CONTAGI CONTINUERANNO”

Secondo Maria Rita Gismondo, la gente continuerà a contagiarsi: “non può andare al cinema e a teatro, con un depauperamento inestimabile di questo mondo culturale, ma senza le misure adatte e se non sarà responsabile continuerà a contagiare amici e parenti”. La dottoressa Gismondo ha ricordato come la stessa sia sempre stata “per la responsabilizzazione dei cittadini e per controlli rigorosi che garantiscano il rispetto delle regole”, ma nel contempo, vorrebbe che il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus, avesse “il coraggio di mettere sul tavolo anche soluzioni diverse, che non siano solamente una battaglia al virus – che poi peraltro si traduce in provvedimenti morbidi e tiepidi – ma che abbiano rispetto del benessere complessivo, fatto pure di benessere psichico, sociale ed economico”. Insomma, un pensiero decisamente condivisibile quello della Gismondo, e del resto, come detto in apertura, sono tanti quelli apparsi scettici di fronte al nuovo Dpcm, a cominciare dai sindaci e dai governatori leghisti, che sarebbe pronti a presentare un ricorso di fronte al tribunale amministrativo regionale del Lazio.

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