Quarta dose per tutti in autunno, ma solo con un vaccino anti covid aggiornato. Ne è convinta la professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Intervistata dai microfoni dell’Adnkronos nelle scorse ore, la dottoressa è stata interpellata in merito alle recenti parole del ministro della salute, Roberto Speranza, secondo cui si potrebbe prospettare un secondo richiamo per tutti durante il prossimo autunno: “Rimango ferma sull’idea – le parole della Gismondo – che, sul fronte vaccinazioni anti-Covid, bisogna aspettare settembre, con i nuovi vaccini che coprono contro le varianti di Sars-CoV-2 oggi circolanti e che l’Agenzia europea del farmaco Ema ha definito prioritario avere al massimo entro settembre”.



Quando i nuovi vaccini aggiornati arriveranno, a quel punto si potrà “offrire alla popolazione la possibilità di farli con una raccomandazione a particolari categorie: le stesse dell’antinfluenzale”, quindi “una raccomandazione per fascia d’età e per fragilità”.

GISMONDO, LA QUARTA DOSE E LE NUOVE VARIANTI OMICRON: “NON ABBIAMO DATI CONCRETI”

Sulle sottovarianti di Omicron, leggasi Omicron 4 e 5, per cui oggi il professor Guido Rasi ha lanciato l’allarme, la Gismondo ci va cauta: “Non abbiamo assolutamente dei dati concreti per poter ipotizzare nulla. Certamente in autunno ci aspettiamo una maggiore presenza del virus Sars-CoV-2, perché così avviene per la maggior parte dei virus respiratori. Ma io credo che creare questo clima di allarme continuo non possa che nuocere”.



Come il covid ci ha insegnato ormai da due anni e mezzo a questa parte, risulta difficile fare previsioni certe su quello che accadrà, e resta sempre complicato provare ad anticipare il virus. In ogni caso l’Ema, almeno per ora, non ha dato il proprio personale benestare ad una quarta dose di vaccino anti covid in maniera incondizionata, per via dei dati insufficienti circa l’efficacia della stessa. In poche parole, il secondo richiamo non offrirebbe ulteriore protezione a chi ha già ricevuto tre dosi, se non rientrante nelle categorie anziani e fragili.

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