Gismondo: “Riforma Aifa necessaria. Spero che…”

Maria Rita Gismondo, direttore di microbiologia chimica, virologia e bio-emergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ha parlato sulle pagine de La Verità della riforma dell’Aifa, l’Agenzia Italia del farmaco. La riforma prevede un riassetto nella gestione e nell’amministrazione dell’ente regolatorio. Verrà abolita la figura del direttore generale e il presidente Aifa diventa rappresentate legale dell’Agenzia. Inoltre un decreto del ministero della Salute individuerà la nomina dello stesso presidente di Aifa, del direttore amministrativo e del direttore tecnico-scientifico.



Gismondo, a La Verità, spiega: “La riforma dell’Aifa era assolutamente necessaria. Com’era concepita in precedenza, aveva tutto il profilo di un ente esclusivamente burocratico appesantito da procedure che rallentavano il processo decisivo che si deve fondare soprattutto su criteri scientifici”. A detta dell’esperta, “Meno burocrazia si tradurrà, ne siamo convinti, in maggiore velocità nelle autorizzazioni. Queste, fra l’altro, non dovrebbero avere necessità di un lungo esame poiché provengono, praticamente tutte, da un’approvazione Ema, cioè l’Agenzia europea del farmaco”.



Gismondo: “Ci auguriamo che Aifa migliori nel suo compito”

Come prosegue Maria Rita Gismondo, la riforma dell’Aifa potrebbe accelerare il processo di autorizzazione e migliorare: “Ci auguriamo che Aifa cambi e migliori nel suo compito. Osserveremo che cosa succederà, insomma staremo a vedere. L’efficienza di un qualsiasi ente è data dalle persone che ne fanno parte”. L’esperta auspica però che l’agenzia riesca a rimanere indipendente dalla politica: “Ci auguriamo che la politica, come spesso avviene, non sia determinante, ancora una volta, nella scelta delle competenze”.



Per Gismondo, anche un commento su Schillaci: “Il nuovo ministro della Salute, persona autorevole, sta dimostrando, seppure a volte timidamente, di essere la svolta nella gestione pandemica. La sua sfida, nel prossimo futuro, sarà salvare dal collasso la sanità pubblica. Ci auguriamo che possa riuscirci. Anche se è triste dirlo, nella precedente gestione Covid ci sono stati diversi elementi che, probabilmente, hanno determinato insuccessi che sarebbero stati evitabili. Fra questi la famosa tachipirina e vigile attesa e, senza dubbio, il ritardo nell’autorizzazione dell’uso di monoclonali e antivirali“.