Una Maria Rita Gismondo quella vista all’opera a L’Aria che tira. Ospite di Myrta Merlino su La7, la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano si è scagliata contro chi “si è espresso in maniera catastrofica su questa variante Omicron della quale non conosciamo veramente nulla. Io credo che sia prima di tutto un dovere limitare l’altra pandemia: quella del terrore. Da medico le dico che bisogna sempre dare una possibilità di speranza”. La Gismondo se l’è presa anche con Ursula von der Leyen: “Che pesi le parole!“, per poi spiegare che “questa variante è assolutamente sconosciuta dal punto di vista scientifico. Anzi, le uniche informazioni che riceviamo sono assolutamente ottimistiche e positive. Oggi ho letto con piacere le dichiarazioni del mio collega Crisanti che ha detto che potrebbe essere la fine della pandemia! La probabilità che il virus diventi più cattivo è pari alla probabilità che diventi più buono, perché non è che il virus programmi come vuol diventare, è la casualità legata alla sua replicazione. Replicando fa degli errori: molte volte sono a suo favore, altre volte, fortuna per noi, sono a nostro favore“.
Gismondo: “Non c’è necessità di vaccinare i bambini”
La Gismondo si è resa poi protagonista di un accorato appello: “L’Oms ha fatto una dichiarazione ufficiale un mese fa, dicendo: prendete tutte le misure possibili ma non chiudete le scuole, perché i danni che derivano dalla Dad sono superiori alla chiusura. Le scuole possono essere controllate, si può vaccinare il personale, ma gli studenti non stiano a casa!“. La Gismondo va controcorrente rispetto ai suoi colleghi anche sul fronte delle vaccinazioni ai bambini: “Io sono una vaccinista convinta, ho fatto anche delle campagne precedenti per i precedenti vaccini e le mie figlie hanno avuto tutte le vaccinazioni del mondo. Però non bisogna essere fanatici e ciechi, bisogna avere dei risultati scientifici di supporto. In questo momento la necessità che per esempio avevamo per gli adulti e gli anziani che ci ha fatto somministrare dei vaccini anche poco conosciuti – ma grazie al Cielo li abbiamo avuti – i bambini non ce l’hanno. In un anno e mezzo di pandemia, benché abbiamo avuto migliaia di bambini positivi abbiamo avuto – mi scuso se dico ‘solo’, ma dal punto di vista epidemiologico ha un valore – 15 decessi. Oggi abbiamo anche una conoscenza maggiore del virus e al fatto che gli adulti che sono quelli che veramente rischiano, sono vaccinati. Allora, aspettiamo dati scientifici solidi per poter essere sicuri di dare rischio/beneficio, che sia più dalla parte del beneficio del bambino. E non che ci faccia rischiare più della situazione epidemiologica attuale. Dunque vaccino sì, ma non si può fare una campagna con una pubblicazione di 3mila casi. Sì al vaccino ma quando la scienza ci dà la sicurezza di un beneficio che adesso non abbiamo. Serve a proteggere gli adulti? Allora mettiamo un obbligo vaccinale per tutti gli adulti“.