Dopo tre anni di stop dettati dal Covid, le gite scolastiche sono ripartite per gioia degli studenti. O forse no. I rincari hanno infatti colpito anche le gite, portando alcune famiglie a non riuscirne a sostenere i costi, negando a malincuore ai propri figli la partecipazione. I prezzi sono schizzati e, a seguito delle troppe rinunce, le scuole sono anche costrette ad annullarle. Una falsa ripartenza, quindi, quella che si sta verificando.



Come riporta Anp Lazio, il costo di una gita dai 3 ai 5 giorni si aggira dai 350 ai 650 euro, costringendo uno studente su due a rinunciarvi. Un’esperienza dunque che, se fino a pochi anni fa era aperta a tutti, ora sembra essere un lusso per pochi. Così Cristina Costarelli, voce di Anp Lazio, pone l’accento su questo problema, spiegando come gli istituti scolastici cerchino di puntare su gite scolastiche economiche, evitando i viaggi all’estero, ma ciò non basta comunque: le classi partono dimezzate, sebbene alcune scuole a volte si facciano perfino carico di parte delle spese. Oltre agli aumenti che l’inflazione ha fatto gravare sulle famiglie, anche sostenere costi così elevati sulle gite diventa impensabile al giorno d’oggi e i genitori sono costretti a tagliare quella che è di solito un’occasione di svago e divertimento per i propri figli.



Gite scolastiche: l’appello arriva al Parlamento

Costringere gli studenti a rinunciare alle gite scolastiche significa negare loro anche la possibilità di approfondimento didattico previsto dall’offerta formativa delle scuole. E, come è immaginabile, la rinuncia porta con sé elementi di discriminazione, soprattutto negli istituiti posizionati in quelle aree italiane in cui sono più le famiglie a non potersi permettere le tariffe da capogiro ormai diffuse.

La problematica sta dunque assumendo contorni seri, che necessitano una soluzione. Così, dopo l’inchiesta de ‘La Repubblica’, la questione arriva anche in Parlamento: Alleanza Verdi Sinistra sta preparando un’interrogazione sul tema da presentare al Governo, e una delle sue esponenti ha definito ‘classista’ la scuola pubblica che non tutela il diritto dei ragazzi di prendere parte alle gite scolastiche. In arrivo anche una proposta di legge sempre a firma rossoverde “affinché sia istituito un fondo per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare gite e libri. Non è difficile: se Meloni e Valditara vogliono, possono”. Queste le parole di Elisabetta Piccolotti.