Mentre si lavora a limare il decreto-legge “sblocca cantieri” (tempi rapidi per le valutazioni degli impatti ambientali e per l’approvazione dei progetti), sul piano di interventi previsto per il Giubileo del 2025 (quelli ordinari si celebrano ogni 25 anni: l’ultimo fu appunto nel 2000, ma nel 2015 papa Francesco ne varò uno straordinario, a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II) si vanno accumulando nuvoloni grigi. Un meteo fosco ammesso dallo stesso ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini: “Nel 2025 – ha dichiarato – ci saranno alcune nuove opere ultimate ma anche altre in costruzione. Sarà solo il 2026 a vedere chiudere i progetti legati e finanziati dal Pnrr“. 



Fedeli e turisti del Giubileo, insomma, troveranno cantieri aperti. Non è una novità, visto che in ogni simile occasione del passato si registrarono analoghi intoppi, tanto da spingere Governo e amministrazioni a tentare iter burocratici particolari, più snelli, sulla falsariga di quelli che portarono alla creazione del Mose (con i rischi connessi…). “Su Roma sono previsti investimenti per lo sviluppo delle metropolitane e delle tranvie oltre che per la ciclabilità e il rinnovo autobus – ha aggiunto il ministro – e poi per i porti, la cittadella giudiziaria, le infrastrutture idriche, la rigenerazione urbana, l’housing sociale. Complessivamente 4,6 miliardi di euro per il periodo 2022-2026, a cui aggiungere oltre 3 miliardi della Regione Lazio. Per un totale di 8,2 miliardi, una quantità di fondi davvero straordinaria che però va messa a terra”.



Tanti soldi, tanti progetti, forse troppi, criticati da chi sostiene la volatilità degli investimenti per eventi simili (sono probabilmente gli stessi che hanno affossato la candidatura di Roma per le Olimpiadi), forti anche di un pronunciamento di qualche anno fa da parte di Banca d’Italia, che sosteneva per i grandi eventi l’aumento del turismo e della domanda locale, ma anche l’incertezza di benefici economici a lungo termine, che raramente superano i costi.

Ovviamente, anche fosse così, non si possono negare – soprattutto in questa delicata fase di ripresa – le conseguenze benefiche di investimenti strutturali e occupazionali. Adesso si cerca di premere sull’acceleratore, tra frequenti riunioni che coinvolgono tutti i soggetti direttamente interessati. Come il turismo. “Il recente tavolo di ascolto sinodale su pellegrinaggi e turismo, in vista del Giubileo 2025, è stato un importante momento di confronto tra gli operatori del settore”, dice Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria. “È l’inizio di un percorso condiviso in cui pellegrini e turisti insieme sono accomunati dal desiderio di spiritualità e che ha visto Federturismo in prima fila. Il pellegrino non è un camminatore solitario, ma colui che si mette in cammino insieme ad altri verso una meta comune, chi lascia la città per cercare nuove strade, il rapporto con la gente locale e la libertà esattamente come è sempre più chiamato a fare il turista di oggi. E il Giubileo del 2025 vuole essere l’occasione per valorizzare proprio la meta di pellegrinaggio per eccellenza che è Roma, il centro della cristianità, e per creare una sinergia al servizio di pellegrini e turisti che, a piedi, in bicicletta, in treno, da tutta Europa si recheranno nella capitale”. 



“Un appuntamento – conclude Lalli – che chiama a raccolta fedeli, ma non solo, e che rappresenta un’opportunità d’impulso per la ripresa della capitale, che in 2 anni di crisi ha registrato un calo dell’80% di presenze turistiche”. Una situazione ancora difficile, a Roma, visto che (a detta del Presidente della locale Federalberghi) almeno 200 hotel sono ancora chiusi, e che negli altri il tasso di occupazione delle camere si ferma al 50%.

“Dopo la pandemia – aggiunge ancora Lalli – i viaggiatori sono sempre più propensi a ricercare itinerari minori verso borghi e piccoli centri per fare esperienze autentiche. E i cammini rappresentano un nuovo modo di viaggiare sostenibile, a contatto con la natura, alla riscoperta del patrimonio artistico e paesaggistico”. E proprio percorsi religiosi, sentieri naturalistici e itinerari ciclopedonali figurano tra le proposte romane presentate negli ultimi anni per valorizzare i territori meno raggiunti dal turismo. Il Campidoglio dice di lavorare per organizzare il tutto e arrivare a varare veri e propri percorsi eco-turistici, per allargare il perimetro di coinvolgimento dei flussi previsti per il Giubileo 2025.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI