Giuditta Saltarini, storica moglie di Renato Rascel, è stata ospite questo pomeriggio negli studi di Oggi è un altro giorno. Giuditta Saltarini entra in scena con la canzone del compagno di vita “Benissimo”, a lei dedicata: “Mi diceva sempre quanto sei bella, ti voglio bene, anzi no, ti voglio benissimo, allora un giorno mi ha fatto la sorpresa”. Curioso l’aneddoto sul loro incontro: “Ci siamo conosciuti in un istituto fisioterapico, lui stava facendo massaggi e io stavo trovando un’amica; ad un certo punto è uscito questo piccoletto tutto pimpante e la mia amica me lo presentò”.
“Lui mi guardò in un modo birichino – ha proseguito – ci siamo detti tre parole, sarà stato il 63; ero vestita con un cappottone molto lungo, come si vestiva all’epoca, sotto avevo un vestito molto corto, avevo in testa un colbacco bianco, stivaletti bianchi, allora quando mi vide…”. Non è stato comunque un colpo di fulmine, anche se “rimasi subito affascinata da Renato, era molto garbato, educato, ci sapeva fare, era galante, apriva la portiera dell’auto, al ristorante ti spostava la sedia…”.
GIUDITTA SALTARINI: “AVEVA 30 ANNI PIU’ DI ME RENATO RASCEL, GIORNALISTI CI SEGUIVANO OVUNQUE”
Una storia che però i media non vedevano di buon occhio, visto che Giuditta Saltarini era di 30 anni più giovane rispetto al suo Renato Rascel: “30 anni più di me, avevo i giornalisti dappertutto, mi inseguivano perchè secondo loro era impossibile che una ragazza di 30 in meno si potesse innamorare di lui, dissi di lasciarmi in pace e di andare a chiedere a lui”. Sulla gelosia e il matrimonio: “Io ero gelosa ma lui di più, mi sentivo un po’ soffocare e gli dicevo se continui così me ne vado. Io ho avuto molta pazienza (sono stati sposati 22 anni ndr), ma non bisogna al primo episodio negativo dire basta ci separiamo, cercare di capire perchè le cose vanno male, per me questa è la cosa più importante, cercare di stare insieme soprattutto se ci sono i figli, non bisogna avere leggerezza”. Ancora sulla differenza di età: “Ce ne hanno dette tante, noi lasciavamo correre, se no si alimentavano le chiacchiere malefiche”. Ma quando è sbocciato realmente l’amore? “Ho capito che mi ero innamorata due tre mesi dopo (il loro primo incontro ndr), quando al Gianicolo mi chiese di dargli un figlio, mi disse: ‘A regazzì io a te te voglio bene, tu me devi da un figlio’. A quell’epoca Renato era ancora legato al secondo matrimonio quindi ci andavo con i piedi di piombo. Mi diceva che comunque erano come separati in casa, ed era vero. Sui giornali scrivevano di tutto e di più, ma le donne mi dicevano di non demordere, di continuare a crederci. Quando nacque Cesare (il loro figlio ndr) ho ricevuto tantissime lettere che mi dicevano ‘ce l’hai fatta a rimanere con lui’”.