Matteo Cagnoni, il 54enne dermatologo condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri, ha scritto un’altra lettera contro Stefano Bezzi. Quest’ultimo è l’uomo cui imputa di avergli “rubato” la moglie. Stavolta però è scattato l’allarme, perché la lettera è stata mandata a un pregiudicato albanese, ex compagno di cella nel carcere di Ravenna. Inoltre, la busta conteneva una somma di denaro, 500 euro, e una pagina del Resto del Carlino con la foto del rivale. Lo rivela proprio il quotidiano, spiegando che su questa vicenda Cagnoni non risulta indagato. Ma la Procura di Ravenna, che ha intercettato il plico prima che arrivasse al destinatario, ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio, per ora contro ignoti. L’obiettivo del pm Angela Scorza è capire se ci siano minacce camuffate o azioni preordinate. E poi c’è un altro aspetto della vicenda, non meno importante. Come è uscito quel pacco dal carcere di Ravenna?
GIULIA BALLESTRI, MATTEO CAGNONI CONTRO AMANTE DELLA MOGLIE
Matteo Cagnoni è detenuto in attesa del processo d’appello fissato a Bologna a fine settembre. Il medico fiorentino per un periodo ha condiviso la cella con Marin Gjeloshi, un 29enne che attualmente è in detenzione domiciliare in una struttura di Marradi, dove sta scontando una pena di 5 anni per aver ucciso per errore un amico. Ma in autunno sarà libero. Intanto, come riportato dal Resto del Carlino, l’albanese ha subito una perquisizione e gli è stato sequestrato il cellulare per capire se ci sono stati contatti sospetti. Nella lettera Cagnoni ha scritto che quel denaro è una specie di regalo e l’albanese la riteneva una ricompensa per favori non meglio precisati. E poi c’è l’affrancatura a Firenze, da un mittente fittizio, che rende ancor più complessa la vicenda. Quindi Cagnoni ha scritto la lettera in carcere e allegato l’articolo con la foto del rivale, poi i 500 euro sono stati inseriti a Firenze, dove vivono familiari e amici, visto che un detenuto non può maneggiare denaro.
INTRUSIONI NELLA VILLA DELL’OMICIDIO DI GIULIA BALLESTRI
Intanto sono trascorsi tre anni dall’omicidio di Giulia Ballestri. Il corpo straziato della 39enne fu ritrovato nello scantinato di una villa disabitata della famiglia Cagnoni. Il nome del dermatologo intanto ricorre nelle carte dei magistrati romagnoli. Come riportato dal Resto del Carlino, domani c’è un’udienza per il processo che gli ha intentato Stefano Bezzi. Quest’ultimo fu picchiato da Cagnoni dopo che questi scoprì il legame con la moglie. Ma tengono banco anche le intrusioni e i bivacchi compiuti all’interno della villa teatro dell’omicidio e da allora sotto sequestro. Gli investigatori della Squadra mobile l’hanno trovata sottosopra e mancherebbero alcuni arredi. Quindi la scena è alterata. Resta da capire quanto ciò possa cambiare le sorti del processo d’appello, visto che la Procura aveva già cristallizzato le prove.