Si è tenuta a Palermo una delle ultime udienze del processo Open Arms. Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Matteo Salvini, a “Cinque Minuti” spiega le motivazioni esposte nella sua arringa a difesa del ministro: “Open Arms ha tenuto a bordo questi migranti per due settimane che “bighellonavano”, ovvero giravano a vuoto. Poi ha avuto notevoli possibilità di far sbarcare i migranti e non lo ha fatto. C’era la possibilità di farli sbarcare prima in Spagna e poi in Italia. Oggi abbiamo documentato con mail che la guardia costiera si è messa in ginocchio per farli scendere, quindi in realtà c’è stata una volontà di non farli scendere a terra“.



L’Italia, secondo la Bongiorno, “ha assistito con scrupolo e attenzione i diritti del migranti. C’è da dire una cosa: si sono un po’ sbeffeggiati i publici ministeri del termine ‘confine’. Credo che i confini siano lo scudo alla pace in un paese: senza ci sarebbe il caos, con tanta violenza. I confini sono un valore“.



Giulia Bongiorno: “Una sentenza di condanna non cambierebbe nulla nella politica”

Giulia Bongiorno, avvocato di Matteo Salvini nel processo Open Arms, spiega ancora a Bruno Vespa: “In quel caso la nave era vicinissima a Lampedusa e assistita da motovedette, era assistita da medici e psicologi in una situazione di sicurezza. Governo Conte I, Conte II e Draghi, hanno tutti fatto attendere a bordo i migranti per tempi di due settimane, quindici giorni, dieci giorni… Che ci sia una redistribuzione a livello europeo prima dello sbarco è un principio mantenuto in una serie di governi”.



Secondo la legale del ministro, “una sentenza di condanna non cambierebbe nulla nella politica. Ma io ho documentato qualcosa di più. L’Italia aveva messo Open Arms in condizione di far sbarcare i migranti e c’è una dichiarazione verso la fine del processo in cui Oscar Camps lo afferma: siamo contenti perché è caduto Salvini”. Parlando dell’accordo con l’Albania, Giulia Bongiorno afferma: “Chi decide quando un Paese è sicuro? Adesso solo l’Italia è sicura? Credo che siano scelte politiche, che vanno distinte da quelle che politiche non sono”.