La fuga di Filippo Turetta si è interrotta: è stato arrestato in Germania, a bordo dell’auto, una Fiat Punto nera a metano targata FA015YE. Il 22enne, scappato dopo aver ucciso Giulia Cecchettin, si stava muovendo in auto quando è stato fermato a Sud del paese tedesco. A darne notizia l’avvocato del giovane, Emanuele Compagno, che ne ha avuto conferma e poi ha subito informato i genitori. Ora srà un giudice tedesco a dover valutare il Mae, cioè il mandato di arresto europeo, e a decidere riguardo la consegna di Filippo Turetta, il quale deve rispondere dell’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.
Il primo esame del cadavere della ragazza è stato affidato al medico legale Antonello Cirnelli, a cui spetta il compito di stabilire le cause della morte e indicare a quando risale il decesso. Stando a quanto riportato da Rainews24, ci sono elementi per ipotizzare che la studentessa fosse già morta quando è stata lanciata giù nel canalone a causa delle ferite profonde riportate, riconducibili a fendenti inferti con grande violenza. Le coltellate, che hanno colpito anche mani e braccia (forse in un estremo tentativo di difesa della giovane), potrebbero essere le lesioni fatali e potrebbero essere state inferte in un momento successivo all’aggressione di Fossò. Sarà comunque l’autopsia a chiarire tutto. Anche se il cadavere di Giulia Cecchettin è stato rinvenuto in provincia di Pordenone, fino a quando non si saprà in quale località è stata uccisa, l’indagine è destinata a restare di competenza della procura di Venezia, essendo il primo atto di violenza: l’aggressione ripresa dalle telecamere, è avvenuta a Fossò, in provincia di Venezia. (agg. di Silvana Palazzo)
GIULIA CECCHETTIN, SPUNTANO RICERCHE DI FILIPPO TURETTA SU KIT SOPRAVVIVENZA
Continua la caccia a Filippo Turetta, l’ex fidanzata di Giulia Cecchettin che ha ucciso e gettato in un canalone vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Nei confronti del 22enne di Torreglia è stato emesso un mandato di arresto europeo, anche perché la sua fuga da Vigonovo sta proseguendo in Austria. L’ultimo frame della Fiat Grande Punto è arrivato da lì: i sistemi di soccorso stradale domenica hanno fotografato il passaggio a Lienz e in Carinzia. Per ora non ci sono elementi del rientro in Italia, quindi le ricerche si sono fatte più serrate soprattutto in Austria. Dall’ispezione cadaverica è emerso che la ragazza ha provato a difendersi, è stata accoltellata alla testa e agli arti e uno dei fendenti ha raggiunto il collo.
Nelle ultime ore è emerso che Filippo Turetta ha fatto rifornimento di benzina domenica mattina: dal video della telecamera di sorveglianza di una stazione di servizio a Cortina si vede che ha pagato in contanti alla cassa automatica ed è ripartito. Il titolare dell’impianto qualche giorno dopo ha ritirato il contenuto della cassa e, come riportato dal Corriere della Sera, si è reso conto che una banconota da 20 euro aveva macchie simili a sangue. Invece, il Gazzettino riporta che dalle indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin è emerso che Filippo Turetta avrebbe fatto ricerche sul web riguardo kit di sopravvivenza in alta quota e abbigliamento per escursioni in montagna, oltre che su itinerari estremi nel versante tirolese meridionale dell’Austria. Gli inquirenti, che hanno perquisito l’abitazione del ragazzo sequestrando pc, tablet e alcuni vestiti, non escludono che il ragazzo possa aver commesso qualche gesto autolesionistico.
AVVOCATO DI FILIPPO TURETTA “VOLEVA BENE A GIULIA CECCHETTIN”
Nelle ultime ore è intervenuto l’avvocato Emanuele Compagno, che assiste la famiglia di Filippo Turetta. «È un dramma che coinvolge entrambe le famiglie», ha dichiarato prima di lanciare l’ennesimo appello affinché il 22enne torni a casa. Nella mattinata di ieri i genitori del ragazzo si sono recati alla caserma dei carabinieri di Mestre, «dove sono rimasti per due ore, ricostruendo alcuni passaggi della vita del figlio. Hanno inoltre parlato delle cose che erano state sequestrate ieri nella loro abitazione, appartenenti a Filippo chiedendo alcune informazioni e rispondendo a varie domande sugli stessi oggetti».
Il legale, come riportato da Today, non crede alla premeditazione: «Non credo ad un gesto premeditato di Filippo. Lui voleva bene a Giulia». L’avvocato della famiglia Turetta ha poi reso noto che i genitori hanno provato a contattare il figlio mandandogli dei messaggi che però non hanno avuto risposta. Inoltre, pare che il ragazzo non abbia qualcuno che lo stia aiutando nella fuga, non risulta che sia in contatto con persone nella zona del lago di Bercis, nelle cui vicinanze è stato trovato il cadavere di Giulia Cecchettin.