Il caso di Giulia Cecchettin potrebbe presto vedere un cambio nel procuratore di Venezia, che sembra rischiare un possibile conflitto di interessi per via di una presunta amicizia con il medico legale di Padova. Su Bruno Cherchi, il procuratore, e Massimo Montisci (il medio legale), si dovrà esprimere a breve la prima commissione del Consiglio superiore della magistratura, dopo una prima votazione che ha visto i giudici divisi nella loro opinione. Non è chiaro come e se questo eventuale cambiamento del procuratore si ripercuoterà sul caso di Giulia Cecchettin, che in generale dovrebbe andare avanti sulla sua strada processuale senza grossi intoppi, confermando le ipotesi fatte fino a questo momento sull’omicidio e sulla colpevolezza di Filippo Turetta.



La presunta amicizia tra il procuratore e il medico legale del caso Giulia Cecchettin

Tuttavia, il cambiamento nel procuratore di Venezia che segue il caso di Giulia Cecchettin potrebbe anche comportare una rimodulazione dell’accusa o dell’ipotesi di reato, seppur dato il clamore mediatico del caso sia improbabile. La decisione spetterà al Csm che si dovrebbe riunire mercoledì prossimo, mentre nella prima votazione la maggioranza dei giudici (3 su 6) ha chiesto l’archiviazione, a fronte di 2 voti a favore dell’accusa di conflitto di interessi contro Bruno Cherchi.



Secondo l’inchiesta del Csm, il procuratore di Venezia che segue il caso si Giulia Cecchetti avrebbe un’amicizia di lunga data con Massimo Montisci, il medico legale coinvolto nella vicenda giudiziaria. Il procuratore generale Federico Prato, infatti, ha scoperto l’esistenza di alcuni messaggi tra i due uomini in cui si parlava di una cena a cui avrebbero partecipato entrambi. Cherchi ha negato di avervi partecipato, pur riconoscendo di conoscere Montisci. Inoltre, i due avrebbero partecipato ad un compleanno il giorno immediatamente successivo ad una perquisizione relativa al caso di Giulia Cecchettin. Circostanze, queste, che secondo il procuratore generale devono essere chiarite al più presto per scongiurare l’ipotesi di una possibile imparzialità del procuratore di Venezia.

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