Giulia Cecchettin, la verità choc di Filippo Turetta!

La vicenda di Giulia Cecchettin al centro della nuova puntata di Quarto grado con la confessione choc di Filippo Turetta, l’ex fidanzato accusato dell’omicidio della 22enne avvenuto l’11 novembre scorso in Veneto alla vigilia della sua laurea. Il ragazzo avrebbe dichiarato agli inquirenti il presunto movente del delitto, la cui ricostruzione è stata possibile anche grazie alle immagini di alcune videocamere di sorveglianza che mostrano le sconvolgenti sequenze dell’azione omicidiaria, dalla prima fase dell’aggressione alla fuga conclusa con l’arresto in Germania.



Secondo la Procura di Venezia, come descritto in conferenza stampa dal procuratore capo Bruno Cherchi, l’aggravante della premeditazione – che apre all’orizzonte dell’ergastolo in caso di condanna – emerge da alcuni elementi raccolti in sede di indagine e si cristallizza nell’evidenza di un piano di morte pensato almeno 4 giorni prima del fatto. Per l’accusa, Turetta avrebbe organizzato tutto nei minimi dettagli nel tentativo di non lasciare nulla al caso così da garantirsi la riuscita del suo atroce proposito: in un appunto memorizzato nel suo telefono, il macabro elenco di materiali che gli sarebbero serviti per immobilizzare la vittima e poi ucciderla. Corde, sacchi, nastro adesivo, coltello sono solo alcune delle voci indicate in quella lista predisposta mentre Filippo Turetta fingeva di voler stare accanto a Giulia Cecchettin nel momento più bello, il giorno in cui avrebbe concluso il suo percorso di studi universitari con la tanto attesa discussione della tesi.



La confessione di Filippo Turetta, parla di 13 coltellate ma l’autopsia ne avrebbe rilevato 75 sul corpo di Giulia Cecchettin

Secondo il racconto di Filippo Turetta, riporta Ansa, l’omicidio sarebbe avvenuto dopo l’ennesimo rifiuto di Giulia Cecchettin alla sua richiesta di tornare insieme: “Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo. Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato. Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me“. Da qui la lite e la colluttazione, poi le coltellate che il giovane indagato quantificherebbe in un numero nettamente inferiore a quanto rilevato in sede autoptica: 13 contro le 75 riscontrate dal medico legale.



Ma nella ricostruzione investigativa sulla morte di Giulia Cecchettin, di elementi per dire che si sia trattato di un delitto d’impeto non ci sarebbe traccia. Emergono invece particolari che puntano allo scenario della premeditazione, circostanza che aggraverebbe la sua posizione a processo con il rischio di una condanna all’ergastolo. Era rivolta all’insù – avrebbe dichiarato nell’interrogatorio – verso di me. L’ultima coltellata che le ho dato era sull’occhio. Era come se non ci fosse più. L’ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti“. Filippo Turetta è accusato di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà e legame affettivo, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking.

“Volevo suicidarmi, poi mi sono rassegnato”: l’epilogo dopo la fuga dell’ex fidanzato di Giulia Cecchettin

Nel corso della confessione, Filippo Turetta avrebbe raccontato anche di aver pensato al suicidio ma di non essere riuscito nel suo presunto intento e di essersi infine “rassegnato” all’idea di farsi arrestare dopo una fuga di 7 giorni tra Italia e Germania.

Avevo un pacchetto di patatine in macchina e una scatola con qualche biscotto. Non ho mai comprato nulla da mangiare. I soldi che avevo – avrebbe aggiunto il giovane indagato li ho spesi per i rifornimenti di benzina. Volevo togliermi la vita con un coltello che avevo comprato, ma non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, ma invece ho vomitato in macchina“.