Una foto in bianco e nero e la scritta “A month without you. I miss you so”. Sono queste le parole di Elena, che ha voluto ricordare con una storia su Instagram Giulia Cecchettin, uccisa un mese fa dall’ex fidanzato. La giovane, che dopo pochi giorni si sarebbe laureata in ingegneria biomedica, è stata uccisa la stessa sera della scomparsa, l’11 novembre. Un mese in cui Giulia è stata prima cercata e poi trovata senza vita. E dopo ancora il suo carnefice arrestato in Germania ed estradato in Italia. Dal canto suo, invece, la famiglia ha combattuto e continua a farlo quotidianamente per educare e diffondere una concezione diversa della donna, a partire dal linguaggio.
Gino Cecchettin sta cercando di scuotere soprattutto gli uomini. Lo ha fatto al funerale e anche da Fabio Fazio, domenica sera. “Mia figlia Elena ha centrato il punto. Appena l’ho sentita parlare di patriarcato sono rimasto un po’ interdetto. Conoscevo la parola, ma non il significato profondo. Patriarcato è un concetto della donna vista come proprietà. Parliamo ancora della “mia donna” che sembra una cosa innocua, ma non è così. Dobbiamo cambiare anche nel quotidiano” ha affermato il papà. L’esposizione mediatica della famiglia, di Gino e di Elena, ha purtroppo arrivato i leoni da tastiera che hanno generato una tempesta d’odio sui social e non solo.
Giulia Cecchettin, la famiglia passa alle vie legali: “Presentato querele”
Nei confronti della famiglia di Giulia Cecchettin non si arrestano i commenti d’odio. C’è chi accusa il padre Gino di speculare sulla morte della figlia per fare pubblicità alla propria attività e chi ancora si chiede come sia possibile che una famiglia, sconvolta da tanto dolore, pensi a parlare in tv o a fare post sui social. Polemiche inutili, sterili, irrispettose della tragedia. Stefano Tigali, avvocato della famiglia, al Corriere della Sera spiega: “Abbiamo già presentato una prima querela per diffamazione. Una seconda arriverà a breve e altre ne potrebbero seguire. Sono centinaia le segnalazioni. C’è poi qualcuno che si è scusato preventivamente per aver fatto dei commenti inopportuni su alcune chat”.
Senza entrare nel merito delle querele, spiega: “La famiglia ha detto basta e andava dato un segnale forte ai tanti leoni da tastiera”. Riguardo ai presunti post sessisti di Gino Cecchettin su X, spiega: “Ripeto, non entro nel merito di singoli episodi che sono oggetto degli accertamenti della polizia postale”. Intanto presto arriverà in Italia l’auto di Filippo Turetta dove è stata uccisa Giulia: sarà poi affidata al Ris di Parma. Gli inquirenti faranno degli accertamenti irripetibili, spiega il Corriere della Sera. Nel frattempo il Consiglio di amministrazione dell’Università di Padova sta discutendo sull’assegnazione della laurea a Giulia, che avrebbe solamente dovuto discutere la tesi.