È cominciato il processo a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Ospite di Storie Italiane, Andrea, zio di Giulia, racconta: “Ormai è quasi un anno, manca poco all’11 novembre, giorno della scomparsa di Giulia. È partito il processo, c’è stata venerdì scorso l’udienza più importante. Si sentono quelle notizie, quelle parole che fanno male, feriscono ulteriormente. Tutti hanno visto il papà Gino fermo e immobile ad ascoltare quello che è stato detto da Filippo ai vari avvocati in aula. Poi abbiamo abbandonato l’aula perché non ci interessava sentire le parole della difesa di Filippo. Sappiamo che la giustizia deve offrire la possibilità di difendersi anche a chi è accusato, ma per noi sarebbe stato un ulteriore peso”.
Come spiega ancora lo zio di Giulia, al momento della scomparsa della ragazza “speravo che fosse successo qualcosa di meno grave anche se sentivo che qualcosa era accaduto”. Andrea non crede alle lacrime di Filippo Turetta: “Il suo tentennare in aula mi ha reso nervoso. Non ha risposto a cose semplici, penso al momento in cui gli è stato chiesto a cosa gli servissero i sacchetti e lui ha detto che voleva nascondere gli oggetti di Giulia. Oppure alle ricerche fatte su internet per sapere dove nascondersi. Alle domande non ha risposto in maniera esaustiva, non è una memoria che dichiara la verità. È ripetitiva perché riprende sempre le motivazioni del ‘abbiamo litigato per questo o quello’. In una coppia ci si lascia, non si insiste nel frequentare una persona che ti vuole essere solo amica”.
Giulia Cecchettin, lo zio: “Speriamo nella giustizia”
La famiglia di Giulia Cecchettin chiede ora a gran voce giustizia. “Abbiamo la speranza che la giustizia faccia il suo corso ma soprattutto che sia duratura e reale. Sappiamo benissimo che la giustizia sa fare il suo lavoro. L’assassino di mia nipote deve stare dentro, scontare la pena, non ci devono essere scappatoie. Sarebbe giusto che chi commette certi reati sconti una pena severa” racconta lo zio della giovane, uccisa un anno fa dall’ex fidanzato.
Andrea, ancora, spiega: “Non vogliamo scuse da Turetta, lasciano il tempo che trovano. Vogliamo solo scuse materiali. Deve dire che capisce cosa ha fatto, che deve scontare la sua pena”. L’uomo è convinto che Filippo abbia una strategia: “Quando parla di omicidio e suicidio, penso che sia una scelta. Lui non stava nemmeno annusando la scelta. Ci sono bugie in quel memoriale”. Giulia, come racconta lo zio, “era una persona leggiadra, voleva aiutarlo. Lo sbaglio fatto è stato forse solo quello di cercarlo la prima volta”.
Giulia Cecchettin, lo zio: “Il papà di Filippo mi ha scritto un messaggio”
Andrea, zio di Giulia Cecchettin, spiega ancora a Storie Italiane: “Avevo visto i genitori di Filippo in due occasioni: al funerale di mia sorella, Monica, la mamma di Giulia, e poi in occasione di un appello fatto in tv quando i due ragazzi non si trovavano. Il papà mi ha scritto un messaggio qualche tempo fa ma non ho mai risposto. Io faccio loro un appello: aiutate vostro figlio ad accettare la sua condanna, ciò che ha fatto a noi e a loro. Io li perdono ma loro facciano questo. Se vogliono una risposta da me a quel messaggio, devono aiutarci a far scontare la pena a Filippo senza grandi richieste”.