Andrea Camerotto ringrazia gli italiani per l’affetto ricevuto in questi giorni difficili, sin dalla scomparsa della nipote Giulia Cecchettin, ma risponde alle critiche, anche pesanti, di chi via social, e non solo, ha voluto mettere in discussione il dolore della famiglia per come ha affrontato l’omicidio della 22enne. «Anche grazie all’affetto ricevuto il papà è riuscito ad affrontare le telecamere, con quella che tanti hanno visto come freddezza, ma non è freddezza, è una persona splendida, che in casa non è come lo vedete fuori. Ci sono ansie e angosce», la premessa dello zio di Giulia Cecchettin in collegamento con Pomeriggio 5.



«Purtroppo ci sono anche le persone cattive, quelli che scrivono quelle cattiverie gratuite, quelle cose brutte che non dovrebbero esistere. Gente che perde tempo per scrivere cattiverie. Noi abbiamo il nostro dolore e abbiamo reagito così anche grazie alle persone che ci sono state vicine», aggiunge ai microfoni del programma condotto da Myrta Merlino, che infatti precedentemente aveva avuto modo di rimarcare il comportamento della famiglia in questi giorni complicati. «Siete una famiglia speciale. Onestamente io raramente ho visto dignità, sobrietà e misura nel dolore».



LO ZIO DI GIULIA CECCHETTIN “ORA COMINCIA IL DRAMMA”

«Sicuramente Giulia ha rappresentato uno dei pochi casi di cronaca nera dove comunque la gente ha avuto un’affezione diversa da altri. Anche la settimana della scomparsa, in cui cercavamo in maniera spasmodica questi due ragazzi, abbia influito. È venuto fuori il messaggio della ragazza che era, dolce, bella e sorridente. La gente si è affezionata anche per questo al nostro caso», aveva dichiarato Andrea Camerotto a Pomeriggio 5 in apertura di collegamento. Rivolgendosi alla conduttrice Myrta Merlino, aveva poi aggiunto: «Lei è stata la prima delle persone che ci ha intervistati a mettere in risalto questa cosa, ma ci consideriamo una famiglia normale, con tutte le normali difficoltà. Questa cosa ci ha ferito veramente tanto. Gino (il cognato, papà di Giulia Cecchettin, ndr) in maniera incondizionata ha scelto di portare avanti questo messaggio di onorare la figura di sua figlia a più persone possibili, per questo si è svolta a Padova la cerimonia funebre».



Lo zio della studentessa 22enne uccisa da Filippo Turetta ha aggiunto: «Non siamo dei campioni, siamo persone normali. In Italia di persone come noi ce ne sono tante, come quelle che sono venute oggi, con le lacrime agli occhi, pur non conoscendo Giulia, e tante che hanno pianto da casa». Inoltre, ha voluto sottolineare un gesto nel giorno del funerale nel loro paesino: «Io e i miei cugini maschi ci siamo prodigati per portare la bara in chiesa e fuori. Questo gesto nasce dalla voglia di far vedere che gli uomini possono essere dolci. Ci sono delle problematiche da risolvere, che la società deve affrontare. Non credo che la politica possa fare tutto, bisogna partire dalla società, dalla comunità». Infine, un’amara constatazione: «Oggi abbiamo salutato Giulia. Avere un posto dove andare a piangerla sia una liberazione in un certo senso. Non è finito niente, adesso comincia il dramma».