La consulente della famiglia di Giulia Cecchettin, Gabriella Marano, ha svelato che Filippo Turetta aveva iniziato un percorso da un terapeuta: “Lui ha provato tre volte, da tre terapeuti diversi, sollecitato da Giulia – ha detto ai microfoni di Storie Italiane, in diretta su Rai Uno – i segnali c’erano? Assolutamente sì. E’ stata la stessa Giulia che ha fatto la telefonata e che ha invitato Filippo Turetta a farsi curare. C’è un messaggio di Giulia che dice: ‘E’ stato proprio cattivo e mi ha fatto paura’”. E ancora: “Filippo è andato prima da un terapeuta con un primo incontro gratuito, ma a quell’incontro non avrebbe parlato”.



Quindi la consulente della famiglia di Giulia Cecchettin ha aggiunto: “Ci sarebbe stato un secondo incontro ma non si è presentato, e poi un terzo ma dove fa scena muta. E’ andato anche presso lo sportello dell’università ma sembra che i tempi di attesa fossero lunghi. Poi Giulia lo ha iscritto al progetto della Regione Veneto che prevede incontri per ragazzi a costo zero e lì avrebbe fatto degli incontri, quindi lì va capito cosa sia successo, questo è il percorso”. Maria Rita Parsi ha ripreso la parola dicendo: “Quando c’è una situazione allarmante il coinvolgimento della famiglia è fondamentale, ma spesso non succede. E’ lì che fai prevenzione, bisogna capire il nodo”. Storie Italiane ha intervistato anche il presidente della regione Veneto, Luca Zaia: “Abbracciamo la famiglia che vive nel dolore e nell’orrore, tutti noi dobbiamo lavorare affinchè Giulia non rappresenti solo l’ennesima vittima di femminicidio in questo Paese. Bisogna approfittare delle scuole, spero che si faccia molto e di più. Il giorno del funerale ho dichiarato la giornata di lutto e spero che possa essere nelle scuole una mattina di riflessione. Nel contempo non dobbiamo vivere nell’alibi che ci insegna tutto la scuola. Serve un lavoro di comunità per far crescere il rispetto della cultura della donna e capire quei segnali che spesso vengono ritenuti inutili. Comunque chi si comporta così è malato e deve essere curato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OMICIDIO GIULIA CECCHETTIN, PARSI: “FILIPPO TURETTA MINACCIAVA DI AMMAZZARSI, QUELLO ERA UN SEGNALE”

Gabriella Marano, consulente della famiglia di Giulia Cecchettin, è stata ospite stamane del programma di Rai Uno, Storie Italiane. Il Gazzettino ha diffuso il video della Fiat Punto nera di Filippo Turetta che si ferma nella zona industriale di Fossò: “Dal video emergono situazioni agghiaccianti – le parole di Gabriella Marano – c’è una ragazza che tenta di scappare e Filippo che le corre contro scaraventandola a terra e facendole sbattere la testa sul gradino lasciando una copiosa macchia di sangue. Filippo se la carica quindi sull’auto e poi va via e succede quello che sappiamo. Il giudice nell’ordinanza di custodia cautelare parla di ferocia inaudita. C’è stata anche una precedente aggressione, quei minuti passati non sono serviti per diminuire l’intenzione di ucciderla”.



Maria Rita Parsi, aggiunge: “Filippo Turetta stringeva l’orsacchiotto di Giulia? Quante volte ricordando qualcosa stringiamo un oggetto? Lui aveva un atteggiamento regressivo, come un bimbo. I genitori comunque non potevano capirlo”. E ancora: “L’omicidio è il vaso di Pandora, è uscito tutto quello che aveva accumulato e non elaborato. Lui diceva ‘Se mi lascio mi ammazzo’, il meccanismo è faccio fuori il mio oggetto d’amore, per tanta gente l’amore è una malattia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

GIULIA CECCHETTIN MORTA DISSANGUATA DOPO 22 MINUTI DI AGONIA, IL GIP: “IL SUO DECESSO NON È STATO VELOCE”

Giulia Cecchettin è morta dissanguata dopo almeno 22 minuti di agonia. E’ questo quanto emerge dalle pagine del Gip, il giudice per le indagini preliminari, che sta ricostruendo nel dettaglio il terribile omicidio della 22enne di Venezia. Giulia sarebbe stata prima presi a calci a 150 metri da casa, in quel di Vigonovo, dopo di che sarebbe stata accoltella a Fossò, in via quinta strada, dove la giovane è stata spinta violentemente a terra dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, al punto che l’impatto con il marciapiede sarebbe stato così violento, precisa il Corriere della Sera, da non riuscire più a rialzarsi. Il suo ex fidanzato l’ha poi caricata sul sedile posteriore dell’auto e immobilizzata con del nastro adesivo, 22 minuti di agonia fino al tragico epilogo.

La prima aggressione ai danni di Giulia Cecchettin è avvenuta alle ore 23:18, quindi la seconda, quella purtroppo fatale, alle 23:40, lì dove le telecamere dell’azienda Dior hanno ripreso tutto l’orrore di quello che stesse accadendo. Di mezzo la povera Giulia Cecchettin che chiedeva aiuto e che gridava “Mi fai male”, urla che sono arrivate ad un abitante di Vigonovo che ha dato l’allarme vedendo appunto l’aggressione.

GIULIA CECCHETTIN MORTA POCO PRIMA DELLA MEZZANOTTE DI SABATO

Sono 8 le pagine dell’ordinanza firmata dal gip Benedetta Vitolo, tutta una serie di dettagli che sembrano inchiodare Filippo Turetta, che il mese prossimo compirà 23 anni, alle sue responsabilità. Di fatto Giulia Cecchettini è morta subito, nella tarda serata di sabato, dopo che i due si erano incontrati per andare a comprare il vestito per la laurea di lei. Una serata che era iniziata alle ore 17:45 quando Filippo passa a prendere Giulia a casa, poi alle 22:40 la ragazza manda un messaggio alla sorella parlando dei vestiti, quindi alle 22:45 lo smartphone si spegne.

Cosa è successo che abbia fatto scattare l’istinto omicida di Turetta nessuno sa dirlo, fatto sta che nel giro di meno di un’ora, il ragazzo lascerà la zona dello stabilimento Dior con l’ex fidanzata morente, e inizierà la sua lunga fuga che lo porterà fino in Germania dove è stato arrestato. Secondo il giudice Giulia è morta dissanguata per via delle coltellate e del colpo contro il marciapiede: il suo decesso non è stato veloce.