UN TESORO DI UMANITÀ NELLA CAMERETTA DI GIULIA CECCHETTIN
I social si prendono sempre la scena con il loro furore e spesso si distinguono per la violenza verbale che può caratterizzarli, oltre che per le fake news che possono alimentare, ma dopo l’omicidio Giulia Cecchettin c’è stato un tumulto intimo e profondo espresso da migliaia di lettere mandate a casa di papà Gino Cecchettin. Molte da tutta Italia, altre dall’estero, a scriverle giovani, genitori e pure anziani. Alcune sono scritte a mano, affrancate e spedite, come accadeva più spesso in passato.
Il postino di Vigonovo ormai conosce bene la strada: ha consegnato 20-30 lettere al giorno a Gino Cecchettin da quando è avvenuta la tragedia, per settimane. In pochi mesi la camera di Giulia Cecchettin si è riempita di lettere. Così il padre in un anno, facendosi aiutare anche da alcuni volontari, ha riordinato e conservato quel tesoro di umanità. Un gesto che lo fa soffrire, ma testimonia come la figlia sia entrata nei cuori degli italiani.
In occasione dell’anniversario della morte della studentessa, ha fatto consultare quelle oltre tremila lettere scritte per la figlia. C’è di tutto all’interno, stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, anche testimonianze importanti. Ci sono ragazze che raccontano la rivoluzione che ha scatenato, ma anche donne che hanno rivissuto tragedie personali.
DALLE SOPRAVVISSUTE AL SEMINARISTA, FINO AI GENITORI DI ALTRE VITTIME: CHI HA SCRITTO A GIULIA CECCHETTIN
Questo è il cado di Roberta, che si firma come “vittima di tentato omicidio“. Ma ci sono altre ragazze, sopravvissute alla violenza, a differenza di Giulia Cecchettin, a cui la vita è stata tolta da Filippo Turetta. C’è poi chi grazie a questo femminicidio ha trovato la forza di allontanarsi dalla sua storia pericolosa. “La tua storia è la mia e quella di mille altre donne“, scrive una donna in uno stralcio pubblicato dal Corriere.
C’è chi si affida a Dio e chi lo maledice, chi prega e lo invoca. Come il seminarista che racconta il terrore vissuto fino alla morte di suo padre che maltrattava moglie e figli, poi chiede a Gino Cecchettin dove trova la speranza, visto che lui fatica a trovarla, nonostante sia incamminato verso il sacerdozio. “La vostra testimonianza è stata e sarà un caro aiuto che mi accompagnerà in questo cammino non sempre facile“.
Ci sono genitori in apprensione, altri che condividono lo stesso dolore del papà di Giulia. Come Piero e Pina, ultraottantenni che trovano la forza di scrivergli per raccontargli della figlia Maria uccisa nel 2015 con 44 coltellate. “Per il momento ci consola sognarla. E questo ci rasserena non poco nell’affrontare la tragica realtà della vita contro l’impotenza“. Ci sono anche lettere di studenti, pacchi dalle scuole, riflessioni di docenti e promesse di bambini come Emanuele, 11 anni: “Io prometto di non essere mai come Filippo“.