Una perizia psichiatrica per Filippo Turetta? Secondo molti, sarebbe questa la strategia difensiva che l’avvocato d’ufficio del 22enne, Emanuele Compagno, intenderebbe seguire per tentare di percorrere i binari verso un eventuale sconto di pena. In realtà lo stesso legale ha precisato che non è ancora chiaro quali saranno le linee della difesa, non avendo ancora mai incontrato il suo assistito e non conoscendolo neppure, e appare prematuro parlare in termini di certezza su quelle che saranno le mosse per valutare lo stato della sua posizione.
Filippo Turetta sarà presto in Italia dopo la conclusione dell’iter di estradizione, accusato dell’omicidio volontario aggravato della sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin, scomparsa con lui l’11 novembre scorso e trovata morta in fondo a un dirupo vicino al lago di Barcis (Pordenone) sei giorni più tardi. Il ragazzo si è dato ala fuga ed è arrivato in Germania, dove la polizia tedesca lo ha riconosciuto e arrestato, e ora la Procura di Venezia titolare dell’inchiesta sull’omicidio di Giulia Cecchettin dovrà vagliare l’ipotesi della premeditazione. Tra i reperti acquisiti dagli inquirenti ci sarebbero due coltelli (uno con lama spezzata sulla scena della prima fase del delitto, nella zona industriale a Fossò, e uno nella sua auto), un paio di guanti e del nastro adesivo (trovati nella macchina). Si tratta di elementi che, unitamente al fatto che il ragazzo avesse con sé denaro per circa 300 euro in contanti, delineano l’ombra di un delitto premeditato. Se contestata, l’aggravante spingerebbe la posizione di Filippo Turetta a rischio ergastolo.
Omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta verso la perizia psichiatrica? Le parole del suo legale
L’avvocato di Filippo Turetta, Emanuele Compagno, non esclude la richiesta di una perizia psichiatrica. Si tratta di una strada che comunque una difesa, in qualunque caso giudiziario, può valutare e non è affatto una certezza, come precisato dallo stesso legale ai microfoni dei cronisti. Qualora si presenti un’istanza, sarà sottoposta al vaglio e non è detto che verrebbe concessa. Non un automatismo, quindi, ma semplicemente una via “esplorabile” tra le possibilità difensive che, in via ipotetica, entrano in campo una volta che scattano le contestazioni a carico di un indagato.
L’avvocato di Filippo Turetta ha sottolineato di non aver ancora deciso quale strada percorrere e se sia il caso di chiedere che il suo assistito sia sottoposto a perizia. Lo ha detto a Porta a Porta e lo ha ribadito poche ore fa, nell’attesa che si concluda l’estradizione del 22enne dalla Germania, a La vita in diretta: “È ancora molto presto per prendere questa decisione. È ovvio che se ce ne sarà bisogno lo faremo. Questo tipo di aspetto va comunque indagato e verificato proprio perché, finora, nessuno si era mai preoccupato o aveva mai avuto alcun sospetto. Filippo era sempre stato un ragazzo che non soltanto amava gli altri, ma era dedito a una vita tranquilla, allo studio, allo sport. È stata una cosa di inspiegabile anche per gli stessi genitori, cosa sia successo in quel momento non lo so. La perizia può essere utile anche per verificare che cosa davvero gli sia successo“.