Il caso di Giulia Sabatino torna al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto, in onda nella prima serata di oggi 4 novembre. Nei giorni scorsi ha preso ufficialmente il via il processo che vede imputato per induzione alla prostituzione minorile e pornografia minorile un uomo. Si tratta del 30enne di Giulianova Francesco Totaro che in passato fu anche tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta, poi archiviata, per la morte di Giulia Di Sabatino, la 19enne di Tortoreto precipitata da un cavalcavia sull’A14 in circostanze misteriose. A tale processo, come rammenta Il Messaggero, si è arrivati solo dopo il ritrovamento sul cellulare del 30enne ora imputato di foto osé di Giulia e di altre due ragazze che, all’epoca dei fatti, erano tutte minorenni. Nell’ambito del processo la famiglia Di Sabatino si è costituita parte civile. Francesco Totaro, ex amico di Giulia, secondo le indagini condotte dalla Polizia Postale e coordinate dalla Procura Distrettuale dell’Aquila, avrebbe persuaso la giovane, promettendole soldi e con il ricatto sentimentale, a posare per foto e video porno. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2013-2014, quando Giulia aveva appena 17 anni. Per i periti della postale che hanno testimoniato in aula contro il 30enne, nei suoi dispositivi sarebbero stati cancellati oltre 134mila file in cui appariva anche Giulia. Tra i dispositivi sequestrati, anche una spy cam, ovvero una telecamera spia nascosta. “Speriamo possano emergere elementi utili a far riaprire le indagini per la morte di Giulia”, ha commentato l’avvocato Antonio Di Gaspare che difende i genitori della ragazza.

GIULIA DI SABATINO INDOTTA A POSARE PER FOTO PORNO: PROCESSO A TOTARO

Nella richiesta di rinvio a giudizio a carico del 30enne ora imputato, il procuratore della Distrettuale aveva evidenziato un collegamento tra le condotte di Francesco Totaro con la morte di Giulia Di Sabatino. Lo ha ricordato l’avvocato Antonio Di Gaspare a Il Messaggero. Nel capo di imputazione si parla di messaggi erotici e foto che riprendevano Giulia in pose osé, “prospettato anche la possibilità di guadagnare denaro facendosi riprendere in versione hard dalle web cam on line predisposti in alcuni siti internet”. Per gli inquirenti si tratterebbe di produzione di materiale pornografico. La madre di Giulia non era presente in aula ma alla vigilia della passata udienza aveva detto ai microfoni del Messaggero, in lacrime: “Non ce la faccio. Ci sarà mio marito Luciano. Io devo andare avanti, ma è dura. Non posso arrendermi. Voglio la verità”. L’avvocato della famiglia della 19enne, intanto, ha fatto sapere che stanno preparando una nuova richiesta di riapertura delle indagini relative alla sua morte. Per la scomparsa misteriosa di Giulia, deceduta ai piedi di un cavalcavia e più volte investita dai mezzi in corsa, il tribunale ha deciso di archiviare il reato d’istigazione a carico di tre indagati, tra cui anche Francesco Totaro, ora a processo per un altro motivo.