Giulia Galtarossa, ex campionessa di ginnastica ritmica, ha denunciato le violenze psicologiche subite da parte dello staff della Nazionale italiana: “Se mi chiedono di riconsegnare le medaglie vinte nella ritmica per riavere la felicità non avrei dubbi: direi di sì. L’esperienza all’Accademia di Desio mi ha rovinato la vita”, ha ammesso nel corso di una intervista a Repubblica. Le sue parole si uniscono a quelle di Nina Corradini Anna Basta, che si sono esposte alcuni giorni fa.



A distanza di circa dieci anni, l’atleta ricorda ancora le vessazioni ricevute per il suo peso. “Le allenatrici facevano schierare tutte le compagne davanti a me, poi una di loro mi chiese di fare un passo indietro e di girarmi di spalle per far vedere quanto fosse grosso il mio sedere. Una volta mi hanno dato una dieta e alla fine c’era scritto un messaggio per me: “Abbiamo un maialino in squadra”. Sono arrivate a pesarmi anche 4 volte al giorno: era diventato un problema anche bere mezzo litro d’acqua dopo ore di allenamento o mangiare una pera”, ha raccontato.



Giulia Galtarossa, campionessa ginnastica ritmica: il racconto dei disturbi alimentari

Giulia Galtarossa è entrata a fare parte della Nazionale italiana di ginnastica ritmica all’età di 16 anni. Ben presto sono iniziati i problemi. “Nella mia vecchia società si respirava un clima diverso, invece a Desio mi svegliavo ogni mattina con la consapevolezza che mi avrebbero pesato. L’aspetto peggiore erano i commenti che seguivano il controllo”, ha raccontato a Repubblica. È in quegli anni che l’atleta ha iniziato a soffrire di disturbi alimentari. Ne era consapevole, ma non veniva assecondata. “Fino a ieri continuavano a dire che queste cose non esistono. Io ai tempi le pregavo di mandarmi via. Loro però hanno fatto leva sul mio senso di colpa, facendomi pesare il fatto che la Federazione avesse fatto degli investimenti su di me”.



L’incubo è terminato soltanto quando ha abbandonato la disciplina per riprendere in mano la sua vita. “Appena ho lasciato la ginnastica ho iniziato un percorso in un centro per i disturbi dell’alimentazione: mi hanno diagnosticato una sindrome da alimentazione incontrollata. Una malattia che ha condizionato la mia vita sociale, per tanto tempo non sono uscita di casa”, ha rivelato.