A 18 anni “Alfiere della Repubblica” per aver salvato la propria amica del cuore: è la storia commossa di Giulia Muscariello, la 18enne di Cava de’ Tirreni (Salerno) che, seppur nel dolore che l’ha colpita, vede proprio nell’amicizia con Chiara Memoli – la sua coetanea salvata nella notte fra il 30 e il 31 luglio 2020) – il vero “riscatto” personale. In piena estate le due amiche erano sedute su un muretto quando una Mini Cooper è arrivata velocissima contro di loro perdendo il controllo del tutto: Giulia ha avuto l’incredibile prontezza di accorgersi di quanto stava per accadere, dando uno spintone a Chiara per evitarle l’impatto fatale. Solo che non ha avuto il tempo di salvarsi e ci è finita lei contro l’auto, perdendo di fatto la gamba: «Continuavo a urlare: la mia gamba, oddio, non ho più la gamba. Ho visto il mio piede in una posizione assurda… poi sull’ambulanza sono svenuta e mi sono svegliata il giorno dopo in ospedale».
Non è stato affatto facile, come racconta ancora Giulia Muscariello al Corriere della Sera dopo la consegna del premio al Quirinale: «All’inizio è stato devastante, non volevo crederci. Pensavo: è un incubo, ora mi sveglio e passa tutto. La mia famiglia era scioccata, io non riuscivo ad accettare che fosse successo davvero. Quando sono uscita dalla sala operatoria la prima parola che ho detto a mio padre è stata: scusa. Stavo male anche per loro, per averli trascinati in quel dolore». Sempre ai giornalisti che l’hanno raggiunta negli scorsi giorni a Cava de’ Tirreni, Giulia è netta e non vuole lasciare nulla al caso o all’emotività: «Alla vita voglio dire che ce la farò, che voglio continuare a essere la persona che sono e che in futuro vorrei aiutare chi si ritrova nelle mie condizioni e si sente smarrito, magari con un’associazione, vedremo. E invece a Chiara vorrei chiedere di non sentirsi mai più in colpa per me, ho fatto quel gesto per istinto, la considero una sorella, la nostra amicizia mi ripaga di tutto ogni giorno».
A 18 ANNI ALFIERE DELLA REPUBBLICA
Giulia è stata insignita giovedì scorso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il titolo di Alfiere della Repubblica insieme ad altri 27 giovani eroi dell’era Covid: «Per il coraggio e l’altruismo mostrati nel momento drammatico in cui è stata investita da un’automobile fuori controllo. Grazie alla prontezza del suo gesto, l’amica più cara è riuscita a salvarsi. Su di lei invece l’incidente ha lasciato segni pesanti», così recita la motivazione addotta al premio da lei ricevuto al Quirinale. «Quelli che ci conoscono non ci immaginano separate», continua a raccontare Giulia ai colleghi de La Stampa e del Corriere della Sera che l’hanno raggiunta nel Salernitano. Da poco ha potuto iniziare a muoversi stabilmente con la sua nuova protesi, ottenuta anche grazie ad una lunga campagna fondi in crowdfunding negli scorsi mesi: «50mila euro da tutto il Paese» con fra gli altri «un messaggio di forza e di coraggio spedito via Instagram da Chiara Ferragni».
La campagna è stata avviata dall’amica di sempre, quella stessa Chiara che se non era per Giulia probabilmente avrebbe perso molto più che una gamba: «la prima volta che sono andata al Centro protesi di Budrio, vicino a Bologna, ho conosciuto un mondo nel quale mi sono sentita perfino fortunata. C’era chi stava molto peggio di me, c’erano bambini che lottavano per farcela. Perché io no? Ho capito che piangermi addosso non mi avrebbe aiutato, così ho cominciato a rinascere e adesso eccomi qui. Ho la mia prima protesi provvisoria, sto in piedi, cammino, salgo e scendo le scale… devo solo migliorare in sicurezza», racconta ancora Giulia. L’amica del cuore invece racconta con le lacrime quei mesi difficili: «C’erano mille restrizioni per il Covid e lei era molto giù perché erano i primi giorni dopo l’incidente. Non potevo lasciarla sola. Ho trovato il modo di entrare e con il cuore che batteva fortissimo l’ho abbracciata come se fosse la prima volta».