Si sono tenuti nella giornata di ieri i funerali della povera Giulia Tramontano, la 29enne assassinata dal suo compagno, Alessandro Impagnatiello, al momento in carcere a Milano. L’ultimo saluto le è stato dato, come ricorda TgCom24.it, presso la chiesa di Santa Lucia a Sant’Antimo, comune della provincia di Napoli di cui Giulia e la sua famiglia sono originari. Centinaia di persone si sono raccolte all’uscita, in attesa del feretro, mentre all’interno della chiesa vi erano solo i parenti stretti, così come voluto dalla famiglia che ha chiesto un po’ di privacy. Alcune donne si sono presentate con delle magliette bianche con la scritta Giulia e Thiago, nome quest’ultimo del bimbo che la ragazza di Senago portava in grembo, e che sarebbe dovuto nascere il mese prossimo.
Un lungo applauso ha accompagnato l’uscita della bara dalla Chiesa, dopo di che Giulia Tramontano è stata portata sotto l’abitazione dove la giovane viveva prima di trasferirsi a Senago, e infine al cimitero. Davanti al palazzo dove risiede la famiglia della giovane vi erano tantissime persone, ed è stato anche allestito un piccolo altarino su una panchina: la madre di Giulia ha risposto “grazie” ed è stata accolta da un lunghissimo applauso da parte delle persone affacciate ai balconi.
GIULIA TRAMONTANO, CELEBRATI I FUNERALI: “PORTAVA LA VITA DENTRO DI SE”
Il vescovo, durante la celebrazione del funerale, ha definito Giulia una martire: “Giulia può essere indicata come una testimone, una martire”, le parole del vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, che ha presieduto la cerimonia funebre assieme al parroco don Salvatore Coviello.
“Lei è una testimone perché portava la vita dentro di sé. Davanti a tanta violenza – ha concluso – c’è solo da dire che abbiamo perso la capacità di rapportarci alla vita”. Nei minuti durante i quali si celebrava il funerale, a Senago alcuni fedeli si sono ritrovati nel luogo ormai tristemente noto dove è stato abbandonato il corpo di Giulia Tramontano, dando vita ad un momento di raccoglimento e preghiera.