Ho sempre dei mal di testa allucinanti“. È il passaggio di un audio che Giulia Tramontano inviò a un’amica per parlarle del suo malessere quando era in corso la crisi con Alessandro Impagnatiello, il compagno reo confesso del suo omicidio che l’avrebbe assassinata di lì a poco con 37 coltellate, uccidendo anche il bimbo che portava in grembo, nella loro casa di Senago (Milano). Nel messaggio vocale, trasmesso da Zona Bianca nella puntata del 26 giugno mentre si celebra il processo a carico del giovane imputato, la 29enne raccontava delle sue difficoltà sul fronte privato ed economico e del suo essere particolarmente sensibile in un momento delicato e complesso come quello della gravidanza.



Il tutto mentre dietro le quinte della dolce attesa di Giulia Tramontano si compiva il terribile piano del suo assassino: Impagnatiello l’avrebbe avvelenata gradualmente per mesi con del topicida, motivo per cui lei, ignara di quanto stava succedendo, avrebbe percepito un sapore amaro nei cibi e nelle bevande che consumava e lo avrebbe confidato ai parenti parlando di dolori allo stomaco forse riconducibili alla gravidanza. Giulia Tramontano non immaginava che la persona che aveva accanto stesse attentando alla sua vita, per l’accusa un uomo senza scrupoli e pienamente capace di intendere e volere che, non riuscendo a portare a termine il suo proposito di morte con il veleno, avrebbe deciso di ammazzarla brutalmente con un coltello per paura che la sua doppia vita – con una relazione parallela in corso – potesse implodere. Dopo il delitto, Alessandro Impagnatiello avrebbe cercato di bruciare il corpo della compagna per ben due volte, la prima nella vasca da bagno e la seconda in garage. Avrebbe poi tentato di depistare le indagini simulando un allontanamento volontario apparso fin da subito inverosimile ai familiari della vittima.



Alessandro Impagnatiello, sì alla perizia psichiatrica nel processo per l’omicidio di Giulia Tramontano: quando arriverà la sentenza

Alessandro Impagnatiello è a processo in Corte d’Assise a Milano nel primo grado di giudizio per l’omicidio della compagna incinta Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza. Il giovane, all’epoca dei fatti barman in un locale di lusso del capoluogo lombardo, rischia l’ergastolo e poche ore fa sono stati affidati gli incarichi ai periti chiamati a condurre una perizia psichiatrica che dovrebbe essere depositata entro il prossimo 15 ottobre. Lo riporta LaPresse, secondo cui il collegio peritale, nominato dal Tribunale, sarà composto dallo psichiatra forense e medico legale Gabriele Rocca e dal collega Pietro Ciliberti.



La sentenza a carico del 31enne, imputato di omicidio volontario pluriaggravato, occultamento di cadavere e procurato aborto, è attesa per novembre. Il lavoro peritale inizierà l’11 luglio presso il carcere di San Vittore dove Impagnatiello è detenuto e la relazione conclusiva degli esperti dovrebbe essere discussa in una udienza fissata per il 21 ottobre. I due specialisti incaricati dalla Corte dovranno stabilire se Alessandro Impagnatiello fosse capace di intendere e di volere al momento dell’omicidio di Giulia Tramontano o se la capacità fosse scemata, e dovranno anche esprimersi in merito alla sussistenza della pericolosità sociale.