Caro direttore,
è trascorso ormai un anno dal sacrificio di Giulia Tramontano e di Thiago, il bimbo che portava in grembo, colpiti a morte una sera del maggio scorso per mano del convivente di Giulia nella loro abitazione di Senago. Giulia era originaria di Sant’Antimo in provincia di Napoli, la città che diede i natali all’ing. Nicola Romeo, fondatore dell’Alfa-Romeo e dove sono nato e vissuto fino ai dieci anni, prima di entrare nel Seminario dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (Camilliani). Sabato 25 maggio (pura coincidenza?) era il giorno della nascita di san Camillo e la memoria dei martiri della carità.
Non conoscevo la famiglia di Giulia Tramontano. Ho seguito le notizie di cronaca dell’efferato omicidio e infanticidio attraverso i media, come tutti. Ma lo scorso anno ho avuto la sorte di essere presente all’arrivo della salma dei due concittadini al cimitero del paese nativo. Inavvicinabile la mamma e altri familiari, ho potuto scambiare un breve saluto con il papà di Giulia Tramontano, pietrificato dal dolore.
Sabato, di passaggio dal cimitero per pregare sulla tomba di papà e mamma, inaspettatamente ho incontrato nuovamente, seduto su una panchina accanto alla tomba, il papà di Giulia Tramontano. L’ho visto un po’ più sereno rispetto allo scorso anno, ma sempre con la pena nel cuore. Nel breve scambio di parole mi ha detto che oggi ci sarebbe stata l’audizione dell’autore del delitto, ma che lui non sarebbe stato presente per non assistere a una “sceneggiata”; sarebbe invece andato a Senago per partecipare a una commemorazione nel paese dove la figlia si preparava a diventare mamma. Gli ho promesso che lunedì avrei celebrato la Messa per Giulia e Thiago. Mi ha salutato in modo affabile. Ho ricambiato con la speranza nel cuore.
Come sempre diciamo, la giustizia dovrà fare il suo corso, ma mi sono chiesto se mai la giustizia umana potrà ridare a questa famiglia la figlia e il nipotino che stava per nascere. Aldilà di questo, la domanda che mi porto nel cuore è perché per due volte, in maniera del tutto fortuita, ho incontrato il papà di Giulia Tramontano. Non voglio fare una facile retorica, ma di fronte ai giudizi di molti e soprattutto al dolore di quella famiglia, a me pare che questo sia un segno di speranza. Se non gli uomini, il mio cuore mi dice che la misericordia di Dio ha già gettato i semi nella nostra vita. Al momento non posso pretendere di più.
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